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TARI, cosa cambia nel 2025? Tutte le novità in arrivo #finsubito prestito immediato


Dal 2025 la tassa sui rifiuti (TARI) subirà importanti cambiamenti che potrebbero influire sul portafoglio di milioni di cittadini italiani. Con l’introduzione della tariffa puntuale, i Comuni inizieranno a calcolare l’importo basandosi sull’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati.

Un’innovazione che promette maggiore equità e precisione nella distribuzione di incentivi per chi adotta comportamenti virtuosi. Scopriamo insieme tutte le novità.

Che cos’è la TARI e quando si paga?

La TARI è la tassa destinata agli enti locali di coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Quindi, è a carico di tutti coloro che occupano o detengono un qualsiasi immobile che produce rifiuti, indipendentemente dal reale utilizzo, o dal fatto che sia abitato o meno.

Come si calcola?

L’importo della TARI si basa su due componenti:

  • Quota fissa: legata alla superficie dell’immobile e ai costi fissi del servizio.
  • Quota variabile: calcolata in base al numero di occupanti e alle caratteristiche del nucleo familiare.

Sono previste esenzioni dalla TARI in alcune circostanze, quali:

  • Aree condominiali comuni non utilizzate in modo esclusivo (ad esempio scale e androni).
  • Locali e spazi scoperti non suscettibili di produrre rifiuti (come cantine e balconi).
  • Aree pertinenziali già tassate, ad esempio giardini.
  • Situazioni in cui il servizio di raccolta non è previsto.

Chi decide l’aumento della TARI?

La responsabilità della gestione e della determinazione delle tariffe TARI è affidata agli enti locali comunali. Sono questi ultimi a fissare le aliquote in base al costo complessivo del servizio di gestione rifiuti, e alla regolamentazione stabilita dalla normativa nazionale. Quindi, le riduzioni e gli sconti applicabili, come quelli per abitazioni con un unico occupante o per chi risiede all’estero per più di sei mesi l’anno, sono in gran parte decise dai Comuni, spesso tenendo conto delle linee guida del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Tuttavia, i parametri per impostare la tassa subiranno dei cambiamenti, per adeguarsi meglio alla reale produzione dei rifiuti. Nel 2025 la TARI sarà a tariffa puntuale, con dei significativi cambiamenti sulla spesa e sui comportamenti nella gestione dei rifiuti domestici.


LEGGI ANCHE: TARI non pagata, dopo quanto tempo va in prescrizione?


Cosa cambia con la TARI 2025?

La grande novità è l’introduzione della tariffa puntuale, che sarà applicata con l’obiettivo di premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati. Il nuovo regime partirà dal 1° gennaio 2025 in alcuni Comuni, come Ravenna e Cervia.

In una seconda fase, la nuova TARI sarà estesa a livello nazionale. Ecco le novità più attese:

  • l’importo della TARI non sarà più basato solo sulla superficie dell’immobile e sul numero di occupanti, ma anche sulla quantità effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti. Questo sistema mira a incentivare la raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuti non riciclabili.
  • saranno introdotte nuove tecnologie e strumenti di tracciamento dei rifiuti (es. tessere elettroniche e cassonetti intelligenti dotati di sistemi di apertura e conteggio tramite tessere personali), per responsabilizzare i cittadini-contribuenti.
  • Il nuovo calcolo intende premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati.

Dove sarà applicata la nuova TARI?

Ravenna e Cervia saranno i primi Comuni ad adottarla ufficialmente. In realtà, Bologna ha già introdotto strumenti come la Carta Smeraldo, una tessera collegata alla produzione di rifiuti, sebbene il sistema non sia ancora completamente operativo.

Secondo la Regione Emilia-Romagna, nel 2023 già 111 Comuni hanno avviato sperimentazioni legate alla tariffa puntuale.

TARI 2025: le sfide

Le aspettative sulla TARI a tariffa puntuale sono elevate, poiché il parametro delle dimensioni della casa non è sempre fedele alla reale produzione di rifiuti all’interno di un nucleo familiare. Se funzionasse, i contribuenti potrebbero ottenere i seguenti vantaggi:

  • Equità fiscale: chi produce meno rifiuti paga meno.
  • Incentivi nella raccolta differenziata: i cittadini saranno spinti a riciclare di più per abbassare i costi.
  • Benefici ambientali: una gestione più consapevole dei rifiuti ridurrà il carico sulle discariche e migliorerà il riciclaggio.

Non mancano le difficoltà, tanto è vero che molti Comuni devono ancora definire i regolamenti attuativi, installare e rendere operativi i nuovi sistemi di tracciamento dei rifiuti, infine gestire eventuali contenziosi da parte dei cittadini, che potrebbero contestare gli importi calcolati.

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