Le notizie – positive – sono due: il ritorno, a dispetto delle difficoltà economiche di quest’anno, della rassegna internazionale «Quartieri di vita», dedicata al teatro sociale e di formazione, a beneficio dei più fragili, organizzata dalla Fondazione Campania dei festival, presieduta da Alessandro Barbano e già in corso con svariati laboratori fino a domenica. La seconda buona novella riguarda proprio il «Campania teatro festival», filiazione principale della fondazione: nella sala De Santis della Regione è lo stesso presidente Vincenzo De Luca ad annunciare che l’ente locale ha già deliberato i contributi per il 2025: cinque milioni di euro al «Campania teatro festival»; 300.000 a «Quartieri di vita»; 500.000 al «Campania libri festival».
Il dato è cruciale perché consente di programmare le prossime edizioni, già conoscendo l’entità dei finanziamenti su cui si potrà contare. Non è poco. E il governatore coglie l’occasione per ribadire: «La nostra regione è quella che investe di più in cultura». Segue esempio di conferma: «La Lombardia ha un reddito pro-capite che è il doppio del nostro, ma noi investiamo tre volte di più nel settore».
In nove anni, spiega il direttore Ruggero Cappuccio, «Quartieri di vita» «ha coinvolto 50 registi, 110 performer, 55 luoghi per spettacoli e workshop, decine di istituzioni nazionali ed estere… ma, soprattutto, 1800 persone delle categorie più vulnerabili: immigrati, vittime di violenza, giovani detenuti, diversamente abili, adolescenti a rischio, pazienti psichiatrici, richiedenti asilo. E, con loro, le famiglie. Siamo accanto ai più fragili, offriamo loro la parola, scritta e recitata, che è via di guarigione». De Luca esprime la visione che è dietro numeri ed elenchi: «Siamo contro la sotto-cultura dello scarto, che attribuisce alla selezione naturale il compito di trattare disabili, malati, detenuti, senza famiglia… Per noi, sono parte essenziale della comunità».
E così, fino a sabato, si snoderà il programma degli spettacoli, che sono l’esito del lavoro preparato nei giorni scorsi assieme a registi provenienti da Polonia, Romania, Belgio, Austria e Repubblica Ceca: dal coreografo Arcadie Rusu ad Ondrej Stefanak. Alle 15, la sala consiliare del Comune di Castelvolturno ospiterà «Le mill’Antigoni», con adolescenti di quattro continenti (immigrati), diretti da Christian Costa con il Teatro Folli Idee. I giovani hanno riscritto «Antigone» partendo dalle loro urgenze; alle 18, nel teatrino intitolato a Caruso nella chiesa di piazza Ottocalli, ecco «Cronaca di sentimenti striscianti o tutto è sempre là», sorta di «educazione sentimentale» con studenti del master di teatro del Suor Orsola, guidati dal regista Ed Hauswirth e dall’attrice Nadia Carlomagno: infine, sabato alle 11 a Salerno, nella Sala Pasolini, Oscar Briou e Gina Ferri del Centro La Tenda dirigeranno «Una partita», che prende spunto dallo sport per aprire spazi di incontro creativo, coinvolgendo giovani con problemi di dipendenza.
«Sembrano piccole cose», conclude De Luca. E, poi: «Noi non abbiamo la pretesa di cambiare il mondo, ma di generare oasi di luce e di resistenza civile nella società, perché la repressione a volte è necessaria, ma la prevenzione lo è ancora di più».
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