LECCE – Falsi bonus edilizi per incassare illecitamente denaro.
Si chiudono le indagini preliminari relative all’inchiesta denominata “Easybonus” sulla maxi truffa scoperta dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Lecce insieme ai colleghi del Nucleo speciale tutela entrate e frodi fiscali di Roma e culminata, lo scorso febbraio, in un blitz che ha portato all’arresto di 13 persone.
Nelle scorse ore è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmato dal sostituto procuratore Simona Rizzo, agli 82 indagati coinvolti nella vicenda e accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio e fraudolenta percezione di erogazioni pubbliche.
L’indagine oggetto dell’inchiesta è stata avviata nel 2022 a seguito di alcune segnalazioni giunte dalle autorità lituane, insospettite importanti flussi di denaro in entrata proveniente dal Salento, pari ad almeno 20 milioni di euro.
Dalle indagini era poi emerso un maxi raggiro ai danni delle casse statali, dalle quali ottenere denaro da trasferire all’estero tramite semplici operazioni con lo Spid e da far rientrare poi in Italia sotto forma di bitcoin.
Tramite portali telematici sarebbero state avviate le procedure della cessione del credito di imposta ottenuto dallo Stato a Poste italiane, importi che poi sarebbero stati riciclati all’estero.
E infatti, come emerso dalle indagini, i percettori dei benefici fiscali non avevano inviato alcuna comunicazione obbligatoria ai vari Uffici tecnici comunali: né Scia (la segnalazione certificata di inizio attività), né Cila (la comunicazione di inizio lavori asseverata.
Invece i soldi ottenuti sarebbero subito stati trasferiti all’estero per nasconderne la provenienza, anche sfruttando società fittizie create appositamente.
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