Sono tante le partite che ruotano attorno a Cassa Depositi e Prestiti. Ci sono il salvataggio-rilancio di Open Fiber da conferire poi nella rete Fibercop e la costruzione del polo europeo della difesa navale attorno a Fincantieri e alla tedesca ThyssenKrupp Marine System. Ci sono poi la protezione di filiere nazionali importanti come l’automotive (era stato studiato l’ingresso in Comau) e quella agricola (trattative in corso per l’acquisto di Diagram) e la salvaguardia delle infrastrutture strategiche (come la rete nazionale interbancaria di Nexi) o il possibile coinvolgimento nel capitale delle Generali di cui si vocifera in questi giorni. Attraverso le controllata Ansaldo Nucleare, Cassa giocherà anche un ruolo nella valutazione del ritorno all’atomo attraverso una newco con Enel e Leonardo. Sullo sfondo, infine, ci sono la privatizzazione della terza tranche di Poste (di cui Cdp ha il 35%) rinviata sine die e i rinnovi di primavera 2025 delle grandi partecipate di Stato che dipendono direttamente da Via Goito: Snam, Fincantieri e Italgas.
Di queste e altre partite industriali si occuperà il prossimo piano strategico (al 2027) di Cdp, colosso che amministra il risparmio postale degli italiani da circa 470 miliardi di euro di attivi e controllato dal ministero dell’Economia (82,7%) e dalle fondazioni di origine bancaria (15,9%). Un piano – il secondo del tandem di vertice Dario Scannapieco-Giovanni Gorno Tempini, preparato con l’advisory di Boston Consulting – che verrà presentato nelle prossime settimane.
Un piano industriale in continuità
La parola d’ordine in Via Goito è continuità. Continuità nell’approccio selettivo nella scelta degli investimenti (che siano nuove partecipazioni in equity o progetti da finanziare o accompagnare presentati da imprese e Pa) e nella mole di risorse finanziarie attivate da mettere a servizio del sistema-Paese. Il precedente piano, presentato a novembre 2021, si poneva l’obiettivo di mobilitare 65 miliardi di euro di risorse (+5% rispetto al triennio precedente), attirando ulteriori 63 miliardi da terzi (+27%), per un totale di 128 miliardi di euro. Così destinati: 4 all’economia circolare, al sostegno delle filiere strategiche, alla transizione energetica e cooperazione internazionale; 53 miliardi alle infrastrutture e alla pubblica amministrazione; 56 miliardi al finanziamento delle imprese e 15 miliardi agli investimenti in equity e real estate. Stando ai dati di giugno della semestrale, gli obiettivi saranno anche superati e dunque ci si attende che la potenza di fuoco finanziario del nuovo piano industriale sia ancora maggiore.
Le quattro linee d’azione del 2021
Nel 2021 le priorità operative individuate da Scannapieco, chiamato dall’allora premier Mario Draghi dalla Bei (è stato riconfermato a luglio), erano quattro: cambiamento climatico, crescita inclusiva, ripensamento delle filiere produttive e digitalizzazione. Il nuovo piano, a quanto pare, si muoverà in continuità con il precedente, ma dovendo tener conto del mutato contesto cercherà di porre le basi per affrontare le nuove sfide presentate dal mutato scenario economico e sociale. Il mondo dell’autunno 2024 non è quello dell’autunno 2021 quando in Via Goito erano state disegnate le strategie del primo mandato di Scannapieco, progetto strategico di forte discontinuità rispetto alla precedente gestione targata Fabrizio Palermo. L’attuale amministratore delegato di Acea aveva gestito Cassa più come «banca di sistema», non solo con prestiti ma anche con le garanzie alle imprese oltre che come «private equity di sistema».
Il sostegno alle pmi, la promozione dell’innovazione e il supporto agli enti locali
Tre anni fa si sentivano ancora gli effetti della pandemia che aveva colpito il mondo e, oltre a mettere a terra alcuni progetti di sostegno alle aziende in crisi con il fondo patrimonio rilancio concepito mesi prima, Cdp si era dovuta ritagliare anche un ruolo di advisory per affiancare tutti i soggetti dell’amministrazione pubblica coinvolti nella miliardaria messa a terra del Pnrr. Oggi invece sono le tensioni geopolitiche a caratterizzare lo scenario internazionale, anche da un punto di vista economico. Resterà fondamentale dunque perseguire la doppia transizione, green e digitale, in modo da rendere più competitivo il sistema economico italiano ed europeo, ma la difesa e la protezione delle filiere infrastrutturali strategiche giocheranno un ruolo ugualmente prioritario accanto ai trend di lungo periodo che hanno guidato l’azione di Cassa negli ultimi tre anni. Quali? Oltre alla transizione energetica, anche il sostegno alle medie imprese, la promozione dell’innovazione e il supporto agli enti locali con competenze e risorse finanziarie per l’esecuzione del recovery plan italiano.
Tre miliardi per le nuove operazioni di m&a
Come opererà concretamente Cassa? Sulla transizione verde dal 2021 Cdp si è mossa innanzitutto attraverso la partecipazione in GreenIT (jv con Plenitude di Eni nella produzione d’energia da fonti rinnovabili), poi con l’alleanza con Snam (al 30%) in Renovit per operare nel mercato dell’efficientamento energetico e con i vari fondi indirizzati agli investimenti sostenibili targati Cdp Real Asset e Cdp Venture Capital. Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo piano destinerà alle nuove operazioni di m&a circa tre miliardi di euro, risorse che verranno gestite direttamente da Cdp Equity, controllata guidata da Francesco Mele che, fra le altre, ha già in portafoglio quote di big come Fincantieri (71,3%), Saipem (12,9%), Webuild (16,4%) ed Euronext (7,9%).
Cdp Equity potrebbe giocare un ruolo nella partita del grande riassetto della difesa navale in Germania attorno a ThyssenKrupp Marine System (Tkms), asset che la casa madre tedesca, in crisi, vuole valorizzare. Nell’ottica di costruire un campione europeo nella navalmeccanica (come fatto sui carroarmati da Leonardo e Rheinmetall), Fincantieri – che deve vedersela proprio con i tedeschi di Rheinmetall – potrebbe entrare nel capitale di Tkms, a fianco di Kfw e di Cdp, come ad esempio avvenuto su Euronext, riassetto dove Cassa ha affiancato Bpi France a testimonianza dello spirito comunitario che potrebbe avere la partnership.
Il ruolo di Cassa come acceleratore delle operazioni infrastrutturali del Piano Mattei
Come raccontato da questo giornale, Cassa è anche in trattativa in esclusiva con Nextalia per rilevare Diagram. È il polo dei software gestionali e dei servizi dell’agricoltura di precisione destinati ad aziende agricole e a pubbliche amministrazioni, un asset da 350 milioni circa che potrebbe giocare un ruolo centrale in un altro progetto nazionale che troverà spazio nel nuovo piano di Cdp. Il gruppo di Scannapieco giocherà infatti un ruolo di acceleratore nelle operazioni infrastrutturali del Piano Mattei, che mirano a instaurare un nuovo modello di cooperazione con i Paesi nordafricani anche nello sviluppo delle filiere agroalimentari. Lo scopo? Promuovere la sicurezza alimentare. Anche questo è il nuovo contesto in cui si trova ad operare Cassa e a cui dovrà adattare la sua azione. (riproduzione riservata)
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