Il settore turistico è in piena trasformazione, e a guidare il cambiamento è la crescente preferenza per gli affitti brevi in appartamento rispetto ai soggiorni tradizionali in hotel. Secondo i dati elaborati da Confedilizia, basati su informazioni del Ministero del Turismo, ad aprile 2024 il tasso di utilizzo degli appartamenti prenotabili online ha raggiunto il 30,9%, superando il 29,7% degli hotel.
Una tendenza che nei mesi successivi si è consolidata, ampliando ulteriormente il divario: a settembre, ad esempio, gli affitti brevi hanno registrato un tasso di occupazione del 43% contro il 37,2% degli alberghi.
Il perché del fenomeno
L’andamento positivo degli affitti brevi è attribuibile a diversi fattori: maggiore flessibilità, prezzi competitivi e una varietà di soluzioni che attraggono un pubblico diversificato. L’indagine di Confedilizia evidenzia, inoltre, che questa modalità di soggiorno è particolarmente apprezzata dai turisti stranieri, i quali lasciano un numero maggiore di recensioni rispetto agli hotel (48% contro 43% ad agosto).
Le valutazioni online rafforzano ulteriormente il primato degli affitti brevi. Gli appartamenti ottengono punteggi mediamente più alti rispetto agli alberghi: ad agosto, ad esempio, hanno raggiunto 85,2 punti su 100, contro gli 84 punti degli hotel. A ottobre, il divario è cresciuto ulteriormente, con una media di 85,9 per gli appartamenti e 82,6 per gli hotel.
Il rovescio della medaglia è l’overtourism
Se da un lato gli affitti brevi rappresentano una risposta alla crescente domanda turistica globale, dall’altro alimentano il fenomeno dell’overtourism. Secondo un sondaggio Ipsos condotto per il Touring Club, oltre il 50% degli italiani ritiene che il sovraffollamento turistico abbia un impatto negativo sulla vivibilità delle città. I massicci flussi turistici contribuiscono, fra le altre cose, ad alzare i costi degli affitti nel centro delle città. La situazione si complica in caso la cittadina turistica sia anche un centro universitario. Un esempio in Italia, fra gli altri, è Bologna dove in certe zone il prezzo degli immobili al metro quadro è esploso. A Barcellona il sindaco Jaume Collboni ha deciso di prendere il toro per le corna ritirando oltre 10.000 licenze per affitti brevi così da far sgonfiare la bolla immobiliare.
Inoltre, circa il 40% degli intervistati segnala che l’eccesso di turisti provoca tensioni tra residenti e visitatori, peggiora la qualità dell’esperienza turistica e danneggia gli ecosistemi locali.
Diversificazione e non sostituzione
Confedilizia sottolinea che gli affitti brevi non dovrebbero essere visti come una sostituzione delle strutture alberghiere, ma piuttosto come un necessario ampliamento dell’offerta ricettiva. Questo allargamento si rivela cruciale in un momento di crescita del turismo mondiale, dove la diversificazione diventa strategica per soddisfare le esigenze di una clientela sempre più eterogenea.
In questo contesto, il dibattito economico e politico si concentra sull’equilibrio tra regolamentazione e sviluppo. Confedilizia invita a evitare provvedimenti punitivi, come quelli previsti dalle nuove normative sugli affitti brevi in vigore dal 2025, sottolineando che tali misure rischiano di frenare un settore in espansione e di danneggiare sia i proprietari che i consumatori.
L’associazione propone invece un approccio costruttivo, valorizzando i benefici collettivi di un’offerta turistica più ampia e diversificata. “Il buon senso richiederebbe di riconoscere i vantaggi di questa trasformazione e di supportare il territorio nell’accogliere i turisti con un approccio sostenibile ed efficace”, conclude Confedilizia.
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