Gli investimenti in beni materiali 4.0, oltre a consentire l’accesso al credito d’imposta, nel periodo 2020-2022 hanno generato effetti positivi sui ricavi delle imprese beneficiarie.
Per le imprese di medie dimensioni, per ogni euro di bonus maturato il fatturato è aumentato di un ammontare compreso tra 4,5 e 7,7 euro a seconda dell’anno considerato; per le piccole imprese questo valore varia tra 2,5 e 4,8 euro, mentre per le micro imprese, nel 2020, per ogni euro di credito maturato, il fatturato è aumentato di 2,6 euro.
Per le imprese di grandi dimensioni, invece, a fronte di ogni euro di credito d’imposta nel 2020 sono stati generati nuovi ricavi per circa 25 euro. Tale valore scende in modo significativo negli anni 2021 e 2022 in quanto, rispettivamente, per ogni euro di credito vengono attivati dagli 8 ai 12 euro di fatturato aggiuntivo.
È quanto risulta dal primo rapporto (di novembre 2024) intermedio di valutazione del Piano Transizione 4.0 (il secondo, finale, entro maggio 2026) “Gli incentivi in investimenti 4.0: una valutazione dell’impatto della misura” redatto dal Comitato scientifico per la valutazione degli interventi del Piano composto da rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero delle imprese e del made in Italy e della Banca d’Italia.
Effetti sull’occupazione
Dal documento emerge inoltre che i crediti d’imposta per investimenti 4.0 hanno avuto effetti positivi oltre che sugli investimenti e sui ricavi delle imprese beneficiarie, anche sull’occupazione: nel breve periodo gli incentivi a sostegno della digitalizzazione non hanno infatti generato una sostituzione tra capitale e lavoro nelle imprese agevolate visti gli incrementi occupazionali per quasi tutte le categorie d’impresa.
In definitiva, il rapporto evidenzia che il credito d’imposta è stato utilizzato in misura crescente dalle società di dimensioni medio-piccole e da quelle con una minore maturità digitale, favorendo, nel tempo e coerentemente con gli obiettivi dell’intervento, una più ampia e diffusa digitalizzazione delle imprese.
Benefici maggiori per i first adopters
Dall’analisi del Comitato scientifico, inoltre, emerge che gli effetti positivi della misura agevolativa sono stati maggiori per i first adopters, cioè per le imprese che per prime hanno investito, e sono risultati inferiori per i soggetti che solo successivamente hanno deciso di utilizzare l’incentivo per investire in beni 4.0.
In altri termini, ai fini di un’ottimale allocazione delle risorse può essere utile tener conto, da parte delle autorità competenti, che l’incentivo risulta meno efficiente col passare del tempo e che, al contempo, il suo utilizzo e quindi i costi associati, tendono a crescere nel tempo. Tali valutazioni assumono rilevanza alla luce delle regole introdotte dalla nuova governance europea e dalla rinnovata attenzione a traiettorie di spesa pubblica sostenibili. Il ricorso a incentivi automatici e senza limiti di spesa complessivi appare poco compatibile con questi cambiamenti. Preso atto di tale mutato contesto, il legislatore ha infatti previsto, per i nuovi crediti d’imposta Transizione 5.0 e Zes unica, meccanismi di approvazione e monitoraggio coerenti con le nuove regole di finanza pubblica.
Investimenti e occupazione
Nel triennio 2020-2022 l’utilizzo del bonus 4.0 è stato associato ad un ampliamento della forza lavoro con incrementi medi annui compresi tra lo 0,7 e il 3,1%. L’incentivo è stato efficace nella creazione di nuove posizioni lavorative, ad eccezione delle micro imprese che hanno effettuato il primo investimento nel 2021 o 2022 e delle grandi imprese che lo hanno effettuato nel 2022. Gli incrementi medi annui di occupazione sono decrescenti al crescere della classe dimensionale d’impresa. Il numero medio di lavoratori per impresa che sarebbero stati creati dal piano è maggiore per l’anno 2020 (first adopters), mentre il numero maggiore di imprese beneficiarie è relativo all’anno 2021.
Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui