I genitori e i fratelli di Emanuela Chirilli, partiti da Maglie verso Napoli, con la morte nel cuore, non hanno neppure potuto vederla, in quanto la salma è sotto sequestro, in attesa che sia svolta l’autopsia sul suo corpo. La madre addirittura era all’oscuro del fatto che sua figlia fosse a Napoli e non a Lecce, dove si era trasferita.
Ma l’incendio scoppiato nell’appartamento di un Bed and Breakfast posto al settimo piano di un elegante palazzo in piazza Municipio a Napoli, che ne ha provocato il decesso, ha immediatamente spinto la Procura partenopea ad aprire un’inchiesta sulla tragica vicenda.
I fascicoli aperti sono in realtà due, poiché i gestori sono indagati a livello penale, innanzitutto, per omicidio colposo, ma c’è anche, parallelamente, un filone più tecnico dell’inchiesta, quello relativo alla causa che ha determinato l’incendio nei locali occupati dalla ventottenne. A tal proposito, è emersa la testimonianza, presente su una recensione lasciata da un cliente del B&B in settembre, che denunciava come avesse accusato una pericolosa scossa di corrente mentre era impegnato a fare la doccia nel bagno della camera.
Alla base del corto circuito che ha determinato il divampare delle fiamme ed il diffondersi del fumo che ha stroncato la vita di questa ragazza da tutti apprezzata, e ora rimpianta, per la simpatia e la solarità, può esserci stato un difetto al sistema elettrico che i gestori non hanno in tempo cercato di risolvere?
I familiari, come normale che sia, non si capacitano per quanto accaduto, e pretendono immediata chiarezza su eventuali responsabilità.
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