Nuova bufera sul Tax credit: il Tar del Lazio ha accolto il ricorso “cautelare” di alcuni produttori cinematografici sul provvedimento ed ha deciso di procedere velocemente alla trattazione del merito, fissando un’udienza il 4 marzo. La decisione è stata presa “ai sensi dell’articolo 55, comma 10 codice di procedura amministrativa” in base al quale il tribunale per evitare effetti distorsivi che provocherebbe la sospensione tout court del provvedimento ha deciso di accorciare il più possibile la trattazione in sede di merito, lasciando quindi inalterata l’efficacia del decreto sino al giudizio di merito.
Il Tax credit “resta pienamente efficace” precisa infatti il ministero della Cultura nei cui confronti (insieme al ministero dell’Economia e delle finanze, non costituito però in giudizio, e con l’intervento “ad opponendum” dell’Associazione Produttori Audiovisivi (Apa) e dell’Anica) i ricorrenti, un gruppo di società di produzione, hanno agito per chiedere “l’annullamento previa sospensione dell’efficacia” del decreto del 10 luglio scorso, dei successivi relativi decreti direttoriali, e “di ogni altro atto precedente, successivo o comunque connesso con quelli impugnati”.
Il Tar, “considerato che le questioni dedotte sono molteplici, attenendo a diversi profili della disciplina introdotta con i gravati decreti, e alquanto complesse e articolate, sicché necessitano di un meditato approfondimento incompatibile con la sommarietà della cognizione propria della presente fase di giudizio e da effettuarsi nella più consona sede di merito, da fissarsi sollecitamente in ragione della ravvisata esigenza di definire il giudizio quanto prima”, ha quindi deciso di “accogliere la domanda cautelare”, ma “ai sensi dell’articolo 55, comma 10 del codice di procedura amministrativa” che stabilisce in pratica che quando un tribunale amministrativo regionale, in sede cautelare, ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito, fissi con ordinanza collegiale la data della discussione del ricorso nel merito. L’accoglimento del ricorso da parte del Tar, intanto, scatena le opposizioni.
“Il governo torni indietro sulla riforma del tax credit cinema, un pasticcio che sta gettando nel caos l’industria audiovisiva italiana” commenta la capogruppo dem in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, secondo la quale “la manovra di bilancio può essere l’occasione giusta per assumersi le proprie responsabilità e non perseverare nell’errore. È evidente a tutti che questa riforma e l’accanimento ideologico contro un settore che rappresenta un’eccellenza italiana stanno causando gravi perdite per le produzioni”. Giuli, aggiunge Manzi, “smetta di far finta di nulla e dia un segnale concreto”.
Anche per il M5s la pronuncia del Tar conferma i suoi allarmi su tax credit: “Lo abbiamo detto più e più volte che, così strutturato, il Tax credit andava a minare dalle fondamenta le leggi sulla concorrenza. Questo governo e questa maggioranza ancora una volta dimostrano di non avere idea di quello che stanno facendo. Grazie a questi incompetenti si profila un altro anno nerissimo per il cinema italiano. Alessandro Giuli ritiri subito le deleghe in capo alla leghista Lucia Borgonzoni e provi a porre rimedio a una situazione che investe migliaia di lavoratrici e di lavoratori” dicono i deputati Gaetano Amato e Anna Laura Orrico.
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