Per come lo conoscevamo il Superbonus è finito, ma tra problemi per i conti dello Stato e disagi per i cittadini, la celebre agevolazione per ristrutturare casa continua a far parlare di sé. Online, centinaia di commenti e recensioni da parte di imprese, professionisti e residenti portano a una precisa azienda romana. Le testimonianze raccolte da Today.it riferiscono di soldi spariti e lavori mai iniziati. Le dimensioni sembrano enormi: 3.000 cantieri da nord a sud per circa 1,5 miliardi di euro. Il titolare dell’azienda, Marco Matteoni, si difende e dice di essere stato truffato. Seguendo i miliardi dei crediti edilizi si arriva a una donna di 77 anni con legami in Svizzera, Lussemburgo e Irlanda. I contorni non sono chiari ma è certo che in questa storia molti ci hanno perso del denaro: il Superbonus è ancora tra noi.
Disagi da Superbonus: cantieri fermi e soldi spariti
Le polemiche online sono per un’azienda romana, la Marco Matteoni Group Srl. I post hanno caratteristiche comuni e il tono è negativo. “Si sono incassati i soldi di due condomini da me amministrati e sono spariti. Non rispondono alle Pec. Non trovo un loro numero telefonico così da poterli contattare e farmi sentire”, scrive un utente su un forum di recensioni.
“Ha preso i soldi per le due palazzine del condominio, ha garantito a più riprese di realizzarlo, poi niente. Email e Pec non trovano risposta”. Le risposte: “È successa la stessa cosa a me”. Nelle pagine Facebook sul Superbonus altri chiedono notizie sui cantieri che dovevano partire con la Matteoni Group. Nascono gruppi WhatsApp e Telegram. Tutti i livelli sono coinvolti: professionisti, imprese, proprietari di casa. I più recenti sono di ottobre 2024.
Lo schema segnalato è la richiesta di una somma per far partire pratiche e studi preliminari: spesso 500 o 1.000 euro a condominio, a volte anche per residente, come confermano alcuni documenti. Ma le cifre variano e, come vedremo, anche professionisti e imprese lamentano mancati pagamenti. I cantieri “saltati” valgono centinaia di milioni di euro.
Le testimonianze: “Ho fatto l’infermiera per pagarmi il Superbonus”
Today.it ha raccolto delle testimonianze sulla vicenda. Le segnalazioni arrivano da Lombardia, Veneto, Toscana, Piemonte, Lazio, e i casi menzionati coinvolgono anche Emilia Romagna, Calabria, Puglia, Campania, Liguria, Sicilia, Umbria, Molise.
“Cercavamo un general contractor per un’abitazione bifamiliare – ci racconta una residente piemontese -. E abbiamo iniziato i lavori per circa 200mila euro. Su internet vediamo l’inserzione di un importante studio che faceva da tramite per Matteoni. Nessuno pagava così a quel punto: prometteva il 100 per cento ai professionisti. In quei mesi – siamo a maggio 2022 – si dava massimo l’80 per cento. Lato impresa Matteoni avrebbe pagato l’80%, il restante 20% lo avremmo messo noi.
“Mi sono aperta una partita Iva per ripagare i lavori”
Così, si passa ai contratti: “Nei documenti firmati i professionisti chiedono il 4% di acconto per far partire il cantiere, l’ho anticipato io – spiega la residente piemontese -. Nel frattempo i soldi di Matteoni non arrivavano. Io lavoravo a tempo pieno e mi sono aperta una partita Iva per pagare tutto con un secondo lavoro da infermiera”.
Andrea Ciandri, avvocato del foro di Livorno, ha messo insieme più casi e ha presentato un esposto alla Procura di Roma. Anche il suo condominio è stato coinvolto: “Era tra le poche aziende disponibili ad avviare i lavori – racconta a Today.it -. La promessa era la ristrutturazione gratis col Superbonus 110. Ci diceva che al passaggio al 70 lui avrebbe pagato la differenza. Ma i lavori non partivano, la società non chiariva come avrebbe monetizzato i crediti. Non ci vedevamo chiaro e lasciammo perdere”.
Anche nei casi gestiti dall’avvocato c’è lo schema dei 500 euro.”Al mio condominio li ha restituiti ma per i miei clienti ho presentato un esposto alla Procura di Roma per associazione a delinquere e truffa in concorso – ci informa l’avvocato -. Ritengo che su tutto il territorio nazionale abbiano acquisito indebitamente queste somme con la promessa di lavori che poi non hanno fatto”.
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Secondo Ciandri, “lo scopo era raccogliere i soldi. A dicembre per cercare di rastrellarne di più chiese il 30% dell’importo dei lavori. Erano cifre importanti. Io credo lui abbia iniziato in buona fede, ma quando è finita la cessione del credito non si è fermato, continuando a firmare contratti in serie con la prospettiva dei lavori gratis. Le cifre – i 500 euro – erano irrisorie, ma se moltiplicate per i migliaia di contratti la somma sale. E per lui c’è chi ha fatto progetti e studi andati in fumo”.
“Ha fatto firmare 2.000 contratti: ci sono 30.000 famiglie coinvolte”
Un consulente toscano ci dà altri dettagli: “Matteoni tranquillizzava sempre tutti che avrebbe pagato. Io ho versato all’inizio 8.000 euro di anticipi oltre a 23.000 euro di spese sostenute e fatturate a lui, secondo gli accordi”, sostiene il consulente.
Nei documenti forniti si vedono fatture, bonifici e contratti firmati per milioni di euro. Il consulente ha gestito circa 150 contratti con la Matteoni Group: “Li ha sottoscritti e non li ha mai eseguiti – il racconto del professionista -. E non ha restituito le somme prese in anticipo. Poi ha iniziato a cambiare con frequenza indirizzi Pec e numeri di telefono ed è sparito”. In alcune comunicazioni Matteoni inserisce sotto il timbro dell’azienda l’indicazione “via Montenapoleone 8, Milano”. A quell’indirizzo, circondato dai marchi del lusso, c’è uno stabile venduto per 1,3 miliardi di euro, cifra record per il mercato italiano. Ma dalle verifiche fatte da Today.it la sede legale è sempre stata a Roma.
“Danni per le imprese che si sono rivalse sui condomini”
“Dichiarava di avere già effettuato pagamenti per 25 milioni di euro per cantieri aperti in tutta Italia. Ne segnalava 3.476. Ma i fondi che diceva di aver reperito non li aveva”. Un altro professionista con cui siamo entrati in contatto ci dice che in Veneto decine di cantieri definiti “avviati” da Matteoni non erano in realtà mai partiti: “Per la progettazione che mi era stata commissionata ho emesso una fattura pro forma del 10% sui lavori da 3,7 milioni di euro. Non ho mai ricevuto un euro. In totale aspettavamo cantieri per 20 milioni che coinvolgevano circa 1.000 residenti. Siamo riusciti a salvarne pochissimi”.
Altri contatti hanno riferito di lavori di progettazione e consulenza non pagati. Le accuse sono sfociate in varie azioni giudiziarie e ora in molti guardano a Marco Matteoni. Ma chi è Marco Matteoni?
Chi è Marco Matteoni: il piano per 3.000 cantieri Superbonus
Marco Matteoni, già editore de “Il Giornale d’Italia”, è un imprenditore romano, laureato in legge, classe 1963. Nato in una famiglia di imprenditori edili, Matteoni è stato presidente di Confartigianato Edilizia di Roma e Lazio e, per una breve parentesi, dell’Arezzo calcio, finendo al centro di una inchiesta per bancarotta da cui è stato poi assolto. .
Lo abbiamo incontrato all’hotel Hilton Cavalieri di Roma, lo stesso del ristorante tre stelle Michelin La Pergola, di Heinz Beck. Suoi clienti con cui siamo entrati in contatto ci hanno detto che si incontravano con lui proprio qui, su suo invito. A noi si presenta come “uomo di destra, ambizioso e molto credente in Dio”.
Matteoni aveva un piano per il Superbonus: la sua strategia iniziale prevedeva la ricerca di finanziatori privati, come fondi di investimento, “ricche famiglie italiane e fondi sovrani”. Lo scopo: trovare 1,5 miliardi di euro. In un’inserzione sul Sole24Ore di agosto 2023 si definiva come uno dei “principali player nella riqualificazione immobiliare ed energetica”, con 3.000 cantieri già avviati in Italia. Quei soldi servivano a finanziarli, ma qualcosa è andato storto.
“Nei contratti era scritto in un italiano comprensibile che avrei corrisposto il 10 per cento ad avvenuta cantierizzazione, con cartelli e pontili. E qui sono caduti tutti, ho saputo di gente che faceva girare lo stesso cartello solo per ricevere il mio anticipo – dice Marco Matteoni a Today.it – Chi ha avuto questi soldi sta andando avanti. All’inizio chiedevo 500 euro per le pratiche, ci ho fatto a malapena un milione di euro che ho girato ai professionisti, non ho incassato nulla”.
“Non potevano mettermi 1 miliardo sul conto corrente se il Superbonus cambiava di continuo”
Marco Matteoni
Dei 3.000 cantieri iniziali, Matteoni afferma che ne sono rimasti circa 20. I fondi per un’operazione simile si aggiravano intorno al miliardo e mezzo di euro. “Sfruttando il mio nome, ho preso la valigetta e ho girato per fondi privati di investimento, imprese, grosse famiglie italiane. Ho prospettato un’opportunità in un mercato che aveva grossi problemi nella gestione dei crediti e aziende che non riuscivano a portare avanti i lavori. Ma dopo pressioni sempre più forti mi si sono sfilati sotto. A causa degli interventi continui del governo, sul Superbonus non avevano certezze”.
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Così, anche Matteoni lamenta perdite economiche e raggiri: “Mi era stata proposta una società per gestire i crediti, ma poi mi hanno chiesto 60.000 euro per assicurare 1,5 miliardi di euro. Capisce che è poco e mi sono allontanato”. Questa società è la “Castione 5”, che risulta al 100% di proprietà della Marco Matteoni Group. Lui stesso afferma di aver pagato 400.000 euro a una “signora commercialista romana” per l’operazione, finiti a una “fantomatica società che aveva sede in un rudere in Svizzera”.
Anche lui ha avviato delle cause giudiziarie per difendersi: “Io ho provato a far quadrare il cerchio, c’ho provato tutti i modi – ci dice Matteoni -, ho fatto cause per avere i soldi indietro perché c’è stata gente che ha fatto danni”.
I miliardi alla signora di 77 anni: dove sono i crediti del Superbonus
Il numero dopo la “Castione” non è casuale. Sono infatti nate varie “versioni” della Castione Spv, società veicolo per la cartolarizzazione dei crediti di imposta generati dal Superbonus. Funziona così: questi crediti vengono ceduti da una società specializzata che a sua volta li “impacchetta” sotto forma di obbligazioni da vendere sul mercato.
La Castione e altre sue 10 versioni – i numeri servono a differenziarle -, fanno capo a una signora residente ad Agrate Brianza ma nata in provincia di Avellino, a Quindici, nel 1947. Secondo i dati rintracciati in Gazzetta ufficiale, a giugno 2023 la Castione spv ha rilevato 625,6 milioni di crediti di imposta “pro soluto” da svariate aziende edili. A settembre, la Castione 2 spv ha fatto lo stesso per 734 milioni di euro, a cui se ne aggiungono altri 73,5 a ottobre. In totale, siamo a circa 1,5 miliardi di euro.
A gennaio di quest’anno poi, sempre in Gazzetta Ufficiale si legge che la Castione 3 Spv – anche questa intestata alla signora di Quindici -, ha concluso una cartolarizzazone con SPV Finance s.r.l da 1,7 miliardi di euro. Quest’ultima fa capo a Mihail Evlogev, nato in Bulgaria e che ha fondato l’azienda a Roma. La Castione 4 è diventata Ethica Spv, dopo essere stata acquistata dalla Ad Trading Sarl, con sede in Lussemburgo.
Secondo una fonte del settore, l’agente di pagamento della Castione è “iSwiss Securitization”, di iSwiss Bank. A inizio 2024, il ceo dell’azienda, Aleo Christopher, affermava di aver raggiunto i 3 miliardi di crediti emessi e che puntava a raggiungere gli 11 miliardi. I titoli vengono emessi in Irlanda.
Per vari importi, molte aziende italiane coinvolte nella cartolarizzione dei crediti aspettano che queste somme vengano piazzate sul mercato obbligazionario per essere pagate e, in alcuni casi, non fallire: gli effetti del Superbonus non sono ancora finiti.
Continua…
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