Soluzioni tampone, strategie ed interventi nel breve e nel medio-lungo termine. Ma anche azioni condivise e opere da programmare per affrontare la crisi idrica ormai strutturale nel distretto irpino-sannita.
Di tutto ciò si discuterà oggi pomeriggio al tavolo tecnico convocato dall’assessore regionale all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola, a Palazzo Santa Lucia. Sul tappeto una serie di proposte e richieste, oltre all’individuazione di un percorso che deve necessariamente, nel tempo, evitare che i cittadini si trovino nuovamente a dover subire un’emergenza del genere rispetto ad un servizio essenziale con quello dell’erogazione idrica.
Naturalmente, si partirà dalla constatazione dello scenario cristallizzato e dalle attività avviate, per poi andare verso le opere che potranno essere realizzate. Di fronte a questi aspetti, tutti molto articolati e complessi, la Regione Campania scende in campo in maniera operativa per verificare quali siano i lavori e i progetti da finanziare, distinguendo una fase immediata e una di necessaria pianificazione.
Al confronto con il vice governatore della Campania ci saranno i consiglieri regionali Maurizio Petracca e Vincenzo Alaia, l’amministratore unico dell’Alto Calore, l’avvocato Antonio Lenzi, insieme al responsabile dell’Area Esercizio, l’ingegnere Francesco Monaco, oltre al presidente e al direttore generale dell’Ente idrico campano, Luca Mascolo e Giovanni Marcello.
A stretto giro, anche per dare risposte immediate ai cittadini dalla metà dello scorso giugno alle prese con le sospensioni quotidiane della fornitura idrica, bisognerà attivare questa task force sulla dispersione della risorsa già annunciata dal vertice della partecipata di corso Europa, almeno per ridurre i disagi in vista del Natale. Più imprese per le opere di scavo e più tecnici impegnati nelle riparazioni. D’altra parte, l’unica possibilità in un lasso di tempo così ristretto è accelerare al massimo sulle perdite: sia quelle giornaliere, sia quelle pregresse.
Queste ultime accumulate in attesa dell’ok del tribunale, necessario in regime concordatario, alle gare d’appalto per affidare la manutenzione alle ditte esterne. Nel momento storico più difficile per l’Alto Calore, dal punto di vista amministrativo e della tenuta dei conti, si sta consumando un’emergenza idrica seconda solo a quella del 2017 ma più lunga in quanto a periodo di esposizione. Anche perché all’emersione di tutti i problemi derivanti da un patrimonio di infrastrutture vetusto e in pessimo stato, fatto di reti e condotte colabrodo, quest’anno, in particolare, l’influenza dei cambiamenti climatici si è fatta sentire di più per le scarse precipitazioni che hanno ridotto la ricarica delle falde acquifere.
All’attenzione di Bonavitacola e dei riferimenti dell’Eic ci sarà sicuramente la richiesta, formalizzata recentemente dai sindaci irpini e sanniti riuniti a Sturno, del finanziamento di un tratto dell’adduttrice che passa per Castelfranci, Villamaina e Gesualdo e che è soggetta a rompersi più volte al mese. La sostituzione della parte di condotta più malandata riguarda un chilometro e mezzo dell’infrastruttura per una spesa che si aggira dai 2,5 ai 3 milioni di euro. L’intervento metterebbe al sicuro 32 comuni e un bacino di 10mila utenti. Altra proposta, per l’immediato, è quella che arriva dal sindaco di Aiello del Sabato, Sebastiano Gaeta, ma già condivisa con molti colleghi, per inoltrare all’Autorità di Bacino del distretto idrico dell’Appennino Meridionale un’istanza di revisione temporanea sulle aliquote di acqua prelevate da Cassano.
Un’azione, in sostanza, per chiedere, almeno fino al termine di febbraio, 100 litri in più di acqua al secondo, derogando agli accordi con la Puglia sulle quote stabilite. Su questo fronte, però, da Acquedotto pugliese non giungono segnali positivi visto che l’emergenza attanaglia anche il suo territorio e dall’invaso di Conza la risorsa disponibile è ridotta.
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