Erano a caccia di ’prede’ in sella ad uno scooter di grossa cilindrata, risultato poi rubato, per mettere a segno qualche colpo. Il loro atteggiamento e l’andatura sostenuta con cui erano transitati lungo la Statale Adriatica in direzione sud, non erano però sfuggiti alla polizia, che li aveva inseguiti e neutralizzati. Per questo motivo due giovani magrebini, uno di 24 anni l’altro di 26, sono finiti davanti la giudice del tribunale di Fermo per rispondere a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità, ricettazione dello scooter, porto di arnesi atti allo scasso. Al termine del processo, il 26enne che si trovava alla guida dello scooter è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, mentre al più giovane è stata comminata una pena di due anni e due mesi. Il fatto risale all’ottobre 2020 quando nottetempo, dopo aver avvistato una prima volta il mezzo a Porto Sant’Elpidio, gli uomini della squadra volante avevano intercettato lo stesso mezzo a due ruote in sella alla quale vi erano due giovani, che stavano affiancando le auto in sosta, mentre il passeggero, che non indossava il casco, guardava all’interno delle vetture parcheggiate.
Vista la presenza della pattuglia, il conducente aveva spento il motore e, insieme al passeggero, aveva cercato di nascondersi dietro un veicolo di grossa cilindrata, abbassandosi per occultarsi. I poliziotti li avevano raggiunti in pochi istanti, ma, per evitare il controllo, lo scooter aveva ripreso la marcia dando vita ad un inseguimento a sirene spiegate. Nei pressi della rampa di accesso al parcheggio della stazione ferroviaria, il conducente della moto, a causa del dislivello della strada e dell’velocità, aveva perso il controllo del mezzo, rovinando a terra. I due avevano proseguito la fuga a piedi in direzioni opposte, ma, mentre il conducente era riuscito a far perdere le proprie tracce attraversando i binari, il passeggero, che zoppicava a seguito della rovinosa caduta, era stato bloccato sulla massicciata ferroviaria. Malgrado la forte resistenza opposta, era stato neutralizzato e gli agenti. Il giovane, che non aveva voluto fornire le generalità, era stato accompagnato in questura e identificato per un nordafricano domiciliato a Civitanova con numerosi precedenti. Qualche giorno dopo era stato identificato e denunciato il complice, anche lui magrebino e residente a Porto Sant’Elpidio.
Fabio Castori
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