Una voragine. Letteralmente. Negli organici della sanità sarda c’è uno scoperto di oltre 4mila posti, tra medici ospedalieri, medici di medicina generale, infermieri e operatori sociosanitari. La stima l’hanno fatta i sindacati dell’Isola di ritorno dallo sciopero nazionale del 20 novembre.
Cercansi medici
Susanna Montaldo, segretaria regionale di Anaao Assomed: «In tutte le strutture si va avanti con un numero di medici assolutamente insufficiente, con alcune specialità che più di altre risentono della mancanza di professionisti, in particolare l’Anestesia, l’Ortopedia e le Chirurgie». A conti fatti sono «oltre 500» i camici bianchi che mancano all’appello negli ospedali sardi.
Si aggiunge la storica carenza di medici di medicina generale – circa 500 anche in questo caso -, con le continue grida d’allarme che di frequente si alzano da diversi territori: «La Gallura ha 20mila abitanti attualmente senza medico di base, così come tanti altri paesi del centro, ed è ovvio che una medicina territoriale che non funziona non fa altro che sovraccaricare ulteriormente gli ospedali di Cagliari e Sassari già allo stremo».
Nodo infermieri
Per infermieri e operatori sociosanitari la situazione è anche peggiore, con un ammanco complessivo nelle dotazioni organiche di circa 3.500 professionisti (2mila infermieri e 1.500 oss). «I parametri ottimali prevedono mediamente un rapporto di un infermiere ogni sei pazienti nei reparti di degenza, nelle strutture ospedaliere sarde siamo arrivati anche a reparti con un infermiere ogni quindici», spiega Diego Murracino, responsabile regionale del Nursing Up.
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