ISERNIA – Cinquemiladuecento “sì” alla proposta del Comitato civico di Isernia di accorpare all’Abruzzo la provincia pentra: terminata la raccolta firme, lo sbarramento per chiedere il referendum è stato superato di 200 unità.
Tutto è iniziato nella scorsa primavera con la costituzione del Comitato e l’avvio dei primi banchetti informativi per avviare la petizione. Ma l’accelerata è arrivata nei mesi estivi e oggi la conclusione.
“Giovedì 12 dicembre – ha detto il presidente del Comitato, Libero Antonio Bucci – depositeremo la petizione presso il Palazzo della Provincia di Isernia che dovrà inviarla alla Corte di Cassazione per il controllo di legittimità. Se è tutto ok, come noi auspichiamo, la Provincia di Isernia dovrà indire il referendum”.
Dieci i fondatori del Comitato che hanno incontrato centinaia di persone spostandosi nei 52 comune della provincia: “Abbiamo trovato tanto entusiasmo – ha ricordato Bucci -. Le istanze sono le stesse per tutti, c’è stanchezza e delusione a causa di tasse altissime e pochissimi servizi”.
Il maggior numero di firme è stato raccolto a Isernia, Venafro e Agnone, che sono i comuni più grossi, ma una buona risposta è arrivata anche da Capracotta e Macchiagodena: “Comunque – ha annunciato Bucci – stiamo predisponendo un data base che ci restituirà il quadro completo”. S
ui tempi per la verifica presso la Corte di Cassazione, Bucci non si è sbilanciato: “Difficile fare una previsione – ha detto -. Comunque una volta ottenuto il via libera ci sarà il referendum e sarà valido se alle urne si recherà il 50% più uno degli aventi diritto. Se vincerà il ‘Sì’ il secondo passo sarà quello della legge ordinaria con cui la provincia di Isernia sarà accorpata alla regione Abruzzo”.
E del Molise che ne sarà? Bucci risponde: “La regione Molise resterà anche con una sola provincia perché per eliminarla c’è bisogno di una legge costituzionale. Ma sarà difficile rimanere regione con la situazione in cui ci troviamo adesso, pieni di debiti. L’accorpamento della provincia di Isernia all’Abruzzo sarebbe il primo passo – ha concluso Bucci – verso una macroregione che è l’unica risposta efficace per riequilibrare le diseconomie tra nord e sud”.
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