La Procura di Roma ha chiuso le indagini nei confronti di Gabriele Gravina, attuale presidente della FIGC, aprendo uno scenario che rischia di complicare il futuro della federazione italiana. Le accuse mosse riguardano reati di autoriciclaggio e appropriazione indebita, legati a operazioni finanziarie risalenti al 2018, quando Gravina era a capo della Lega Pro. A complicare ulteriormente la situazione, la prossimità delle elezioni federali, previste per il 3 febbraio, alle quali Gravina ha già confermato la propria candidatura.
Le accuse: dai diritti tv ai libri antichi
L’indagine, avviata nel 2023 su segnalazione della Procura Nazionale Antimafia, si concentra su presunte irregolarità finanziarie legate alla gestione dei diritti televisivi della Serie C. Secondo quanto ricostruito, Gravina avrebbe trattenuto una provvigione su una consulenza affidata alla società ISG, utilizzando poi un intricato schema economico per la compravendita di una collezione di libri antichi di sua proprietà. Parte dei fondi, secondo gli inquirenti, sarebbero stati destinati al saldo di un mutuo, legato all’acquisto di un appartamento per la figlia della compagna.
La vicenda coinvolge anche altre figure di spicco, tra cui Marco Bogarelli, ex re dei diritti tv, deceduto nel 2021. Gli investigatori sostengono che l’operazione sia stata “orchestrata” per restituire un prestito personale, una tesi che, se confermata, potrebbe aggravare la posizione dell’attuale numero uno del calcio italiano.
La difesa di Gravina
Dal canto suo, Gravina respinge ogni accusa. I suoi avvocati, Leo Mercurio e Fabio Viglione, si sono detti fiduciosi: “Attendevamo da tempo la chiusura delle indagini per poter dimostrare l’assoluta infondatezza delle accuse. Il presidente è totalmente estraneo a qualsiasi condotta illecita”.
Nonostante la gravità delle accuse, Gravina non sembra intenzionato a fare un passo indietro. Anche in caso di rinvio a giudizio, infatti, ha già dichiarato che non si dimetterà, puntando a un terzo mandato alla guida della FIGC. La legge, in effetti, non prevede obblighi di dimissioni in situazioni come questa.
Un nome nuovo: Alessandro Del Piero
Nel panorama delle alternative alla guida della FIGC, alcuni dirigenti di spicco, come Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, hanno suggerito Alessandro Del Piero come figura capace di incarnare una svolta. L’ex campione del mondo e leggenda della Juventus è apprezzato per il suo profilo moderno e per la sua capacità di costruire ponti tra le varie componenti del calcio italiano, rappresentando un ideale equilibrio tra tradizione e innovazione.
Tuttavia, l’idea di una sua candidatura sembra più una suggestione che una concreta possibilità. Per candidarsi, Del Piero avrebbe bisogno di un supporto compatto e senza riserve, difficile da ottenere nell’attuale scenario frammentato. Del Piero resta comunque una figura capace di smuovere equilibri e di attrarre consenso, e la sua eventuale discesa in campo potrebbe ridisegnare lo scenario delle elezioni FIGC, ponendosi come alternativa concreta a Gravina.
Mentre la giustizia segue il suo corso, il mondo del calcio si prepara alle prossime elezioni federali. Gravina ha già ricevuto il sostegno di personalità di spicco, come Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Allenatori, che ha dichiarato: “Credo che Gravina abbia fatto bene, non solo nei rapporti con noi, ma anche con le altre componenti. La sua esperienza è un valore aggiunto”.
Tuttavia, Ulivieri ha espresso alcune perplessità sull’ipotesi di un’alternativa rappresentata da Alessandro Del Piero: “Del Piero? Lì per lì mi è sembrata una stranezza. È un ragazzo eccezionale, deve fare l’esame con me, la tesi, lo conosco anche come conoscitore di calcio, di tecnica. Per quanto riguarda l’aspetto dirigenziale non lo so, ma credo che non lo conosca nessuno.” Queste parole sembrano riflettere l’ambivalenza del sistema calcistico italiano, diviso tra l’esperienza consolidata di Gravina e il fascino di volti nuovi come quello dell’ex campione bianconero.
Le elezioni rappresentano un momento cruciale per la FIGC, chiamata a decidere se confermare la fiducia a Gravina o intraprendere una nuova strada. La vicenda giudiziaria potrebbe pesare sul dibattito, sollevando dubbi sulla gestione e sull’immagine della federazione.
Scenari futuri: processo o archiviazione?
La chiusura delle indagini non equivale ancora a una richiesta di processo, ma il rischio è concreto. Gravina ha la possibilità di chiedere un’ulteriore audizione nei prossimi 45 giorni per chiarire la sua posizione o per guadagnare tempo, puntando a concludere le elezioni prima di eventuali sviluppi giudiziari.
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