DESIO –
Ha bevuto troppo, non potrà diventare cittadino italiano. È quanto si è sentito dire uno straniero che, dopo aver presentato tutta la documentazione necessaria per compiere questo passo importante, ha ricevuto il diniego dal ministero dell’Interno.Nel suo “curriculum“, infatti, c’è una condanna per guida in stato di ebbrezza pronunciata tredici anni fa nell’aula del tribunale di Desio. Lo straniero, questa volta da sobrio, non ha voluto credere a quanto ha letto nel documento che gli è stato notificato. Si è pertanto rivolto a un legale e la vicenda è finita per competenza nelle mani del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che nei giorni scorsi ha depositato la sentenza: ricorso respinto e straniero costretto a pagare le spese di lite quantificate in mille euro. I giudici evidenziano infatti che “l’acquisizione dello status di cittadino italiano per naturalizzazione è oggetto di un provvedimento che presuppone l’esplicarsi di un’amplissima discrezionalità in capo all’amministrazione”.
La cittadinanza può essere concessa, non esiste alcun obbligo. “L’interesse dello straniero a ottenere la cittadinanza – sottolinea il Tar – deve coniugarsi con l’interesse pubblico a inserire lo stesso a pieno titolo nella comunità nazionale. Bisogna escludere che il richiedente possa successivamente creare problemi all’ordine e alla sicurezza nazionale, o disattendere le regole di civile convivenza”.
A questo proposito il Tar ha considerato il casellario giudiziale dello straniero: il 21 marzo 2011 è stato condannato per guida in stato di ebbrezza dal tribunale di Desio. Condanna che, a solo un anno di distanza, seguiva quella del tribunale di Monza per identico motivo. Il Tar non ha dubbi: “Lo stabile inserimento socioeconomico – si legge nella sentenza – è solo il prerequisito della richiesta di cittadinanza, in quanto presupposto minimo per conservare il titolo di soggiorno, che autorizza la permanenza dello straniero sul territorio nazionale”.
E ancora: “Le condotte contestate, tutte per il reato di guida in stato di ebbrezza, sono in grado di incidere proprio l’integrità fisica e la libertà delle persone, causando un grave allarme sociale. Il reato, pur se non grave con riferimento alla pena, è connotato da un particolare disvalore rispetto ai principi fondamentali della convivenza all’interno dello Stato e giustifica il diniego della domanda di concessione della cittadinanza per residenza”.
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