Sassari riscopre le sue radici storiche grazie alle recenti indagini archeologiche condotte nell’area di largo Monache Cappuccine e via dei Corsi, parte integrante del nucleo originario della città. Gli scavi, propedeutici al progetto di riqualificazione del sito, hanno rivelato testimonianze risalenti all’età altomedievale, confermando l’importanza storica e archeologica dell’area. L’intervento, finanziato con 1 milione e 120mila euro nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), mira a trasformare uno spazio abbandonato in un luogo pubblico di qualità.
Gli scavi, preceduti da indagini georadar, hanno riportato alla luce strutture murarie a una profondità di 60-80 cm, tra cui l’intero tracciato del muro seicentesco del cortile del convento delle monache cappuccine e murature più antiche in pietra e fango. Secondo gli archeologi, l’area coincide con il villaggio alto giudicale da cui si sviluppò la città medievale di Thathari. Il progetto di riqualificazione ha permesso l’ampliamento di precedenti saggi, aggiungendo nuovi dati, inclusi materiali ceramici che potranno fornire ulteriori informazioni sulle diverse fasi storiche dell’area.
L’archeologa Laura Lai, direttrice operativa degli scavi, e Nadia Canu, funzionaria della Soprintendenza e direttrice scientifica del cantiere, sottolineano l’importanza dei ritrovamenti nel documentare un pezzo fondamentale della storia di Sassari.
Il progetto di riqualificazione. L’intervento urbanistico prevede la realizzazione di una gradinata e una rampa per collegare i due livelli di largo Monache Cappuccine e via dei Corsi, la pavimentazione parziale dell’area, la sistemazione di spazi verdi, un nuovo impianto di illuminazione e la raccolta delle acque piovane. La nuova piazza, arricchita da aree alberate, sarà un punto di incontro e sosta nel centro storico, superando lo stato di abbandono e degrado che caratterizzava l’area.
Per valorizzare le scoperte, il Comune e la Soprintendenza offrono al pubblico la possibilità di visitare il cantiere. Le visite guidate si terranno lunedì 9 dicembre dalle 9:30 alle 12:30 e martedì 10 dicembre con doppio orario: dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 16:30. Inoltre, per chi non potrà partecipare, sono state predisposte apposite fessure nella recinzione per consentire di osservare i ritrovamenti in corso.
Un ulteriore appuntamento è previsto per mercoledì 13 dicembre, alle ore 16, presso il Centro di Restauro di Li Punti. Durante l’incontro, gli archeologi illustreranno i risultati delle indagini archeologiche e sarà possibile visionare i materiali rinvenuti.
L’intervento coinvolge una squadra multidisciplinare composta da archeologi, architetti e ingegneri. Tra i principali collaboratori figurano Angelo Pisanu e Alessandra Bertulu del settore Politiche della Casa, l’architetto Andrea Sussarellu, direttore dei lavori, l’ingegnere Paolo Nieddu e gli archeologi Vincenzo Nubile e Matteo Pipia. L’impresa specializzata Habitat, guidata dal geometra Pietro Sotgiu, ha curato l’esecuzione delle opere, con il supporto tecnico-scientifico della Soprintendenza.
Con la conclusione delle indagini archeologiche e l’avvio della fase esecutiva previsto entro dicembre, Sassari si appresta a restituire un pezzo della sua storia alla comunità, trasformando un’area simbolica in un luogo di incontro e memoria collettiva.
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