L’appello lanciato lo scorso agosto tramite le pagine di questo quotidiano è stato accolto solo da vigili del fuoco e agenti della polizia municipale. Il «Parco nuovo Mondo» di Giugliano, dopo 4 mesi, versa in condizioni ancora più critiche. Muffa nelle abitazioni, calcinacci che crollano, infiltrazioni, bagni e balconi interdetti: gli appartamenti e gli interi stabili del parco di proprietà del Comune di Napoli sono a dir poco fatiscenti. Le 80 famiglie che vivono in via Marinone, nel quartiere di Casacelle, sono disperate: temono per la loro salute, la propria incolumità.
I cedimenti
«Da un giorno all’altro possiamo ritrovarci morti senza capire il perché a causa di pietre che cadono dai balconi», spiega il signor Giuseppe D’Alterio che da 40 anni vive lì. «Da quando abbiamo lanciato l’allarme sono arrivati i vigili del fuoco, hanno preso i nostri dati, visto le condizioni in cui viviamo ma poi non è successo più nulla», prosegue D’Alterio. I pompieri hanno constatato che alcune parti degli edifici sono inagibili. Diversi condomini si ritrovano interdetti bagni o balconi perché le infiltrazioni d’acqua hanno fatto sì che calcinacci venissero giù, da un piano all’altro. Solo per puro caso non si è verificata una tragedia.
«Pago un mutuo per una casa dove sono interdetti balconi, terrazza e bagno – racconta il signor Fulvio -. Ho inviato pec al Comune di Napoli, fatto decine di segnalazioni. Questo parco è un bancomat per il Comune, pensano solo a riscuotere i canoni di affitto. Pago un mutuo e non posso entrare in casa: è vergognoso».
Lo scenario è quasi da paese in guerra. La strada è costellata di voragini, i balconi sembrano reduci da un bombardamento, mattonelle che vengono giù con una lieve pressione.
Che cosa c’entra il Comune di Napoli con un parco a Giugliano? Il motivo è da ricercare intorno alla fine degli anni ’80 quando palazzo San Giacomo, per rispondere all’esigenza abitativa in città e al boom degli affitti, acquista diversi edifici nella terza città della Campania.
Tra questi proprio il parco «Nuovo mondo» le cui abitazioni diverranno case popolari assegnate a cittadini presenti nelle graduatorie del Comune. La gestione è affidata a Napoli servizi ma gli assegnatari denunciano «la totale assenza di manutenzione da 30 anni» nonché «l’impossibilità di avere un interlocutore».
Le proteste
«Ci dessero la possibilità di capire se mai un bel giorno avremo la possibilità di vivere in un parco decente, decoroso – spiega il signor Antonio, altro storico residente del complesso -. La vivibilità qui è pari a zero, a partire dal cancello d’ingresso che ha fatto sì che persino criminali venissero a lasciare auto rubate. Francamente questa non è vivibilità. Qualcuno si svegli e ci dica qualcosa».
I condomini per quanto possibile provvedono in autonomia a riparare il riparabile, alla manutenzione quotidiana come il taglio dell’erba o qualche piccolo rattoppo ma le condizioni sono troppo critiche: è necessario un intervento complessivo che sicuramente richiede diverse centinaia di migliaia di euro. I residenti pagano un canone mensile che va dagli 80 ai 350 euro in base al reddito. Molti sono in regola e nonostante abbiano sollecitato l’intervento di Napoli servizi dicono di non aver mai ottenuto risposta.
Lo scoramento ma soprattutto la preoccupazione di vivere in condizioni così degradate è tanta. Tra i vari casi quello del signor Luigi che ha entrambi i bagni di casa inagibili a causa di infiltrazioni che provengono dal piano superiore: «Per andare in bagno dobbiamo mettere l’elmetto per paura che ci cada una pietra in testa. Aspettano che ci scappi il morto come alle Vele di Scampia prima di intervenire?».
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