I progetti a rischio ambientale nella Nurra.
Lo scorso 6 dicembre, l’oratorio della parrocchia San Pio X a Li Punti ha ospitato un incontro organizzato dal Comitadu pro sa Nurra per sensibilizzare la popolazione sulla crescente “colonizzazione energetica”. L’evento ha preso il via con la lettura di un messaggio dal presidio sgomberato di Selargius, dove proseguono gli espropri, fronteggiati da una resistenza nonviolenta.
La giornalista Ninni Tedesco ha commentato positivamente la recente bocciatura del progetto Palmadula Solar, il più grande impianto agrivoltaico proposto in Italia, che avrebbe occupato 1.043 ettari della Nurra. Tuttavia, gli organizzatori hanno ribadito: “È solo una battaglia vinta. Le minacce a agricoltura, ambiente e comunità locali restano”.
Piero Atzori, portavoce del Comitato, ha denunciato i rischi di 53 progetti energetici nella Nurra, 49 dei quali fotovoltaici. Questi trasformerebbero 40 chilometri quadrati di terreni agricoli in aree industriali, sottraendo suolo coltivabile, risorse idriche e danneggiando la biodiversità. “Servono milioni di litri d’acqua per la pulizia dei pannelli, risorsa vitale per l’agricoltura“, ha sottolineato.
Il rischio desertificazione è stato approfondito da Lorenzo Scanu: “Il 90% del territorio sardo è vulnerabile, e la Nurra rischia di perdere vigneti e oliveti, simboli della nostra cultura”. Francesco Guillot della Lipu ha invece evidenziato l’impatto sugli uccelli migratori e proposto un agrivoltaico integrato all’agricoltura.
In chiusura, il saggista Cristiano Sabino ha invitato alla politicizzazione del movimento, paragonando la transizione energetica attuale all’abolizione tardiva del feudalesimo del 1835. “La modernizzazione non può essere imposta dall’alto, contro gli interessi delle comunità”.
L’incontro si inserisce in un programma più ampio, promosso dal Movimento Pratobello 24, con eventi come l’”Abbraccio luminoso a Saccargia” e altre iniziative volte a informare e mobilitare la popolazione.
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