È possibile coniugare sviluppo economico e rispetto per l’ambiente? Sembrerebbe di sì, e la città di Salerno lo sta dimostrando, confermandosi un punto di riferimento per altre città italiane in tema di transizione energetica e di promozione di modelli ecosostenibili.
Le comunità energetiche rinnovabili stanno guadagnando sempre più terreno nei comuni campani, (sono una settantina quelli che ospitano impianti di bioenergie, molti tra Salerno e Caserta), e vedono collaborare cittadini e imprese per produrre e consumare energia pulita in modo condiviso. Una sinergia imprescindibile per ridurre l’impatto ambientale, diminuire i consumi e le spese per le utenze domestiche, rafforzare il tessuto sociale e creare nuove opportunità economiche.
Negli ultimi anni, il territorio salernitano ha visto aumentare le installazioni e la produzione di energia da fonti “green”, come il solare fotovoltaico e l’idroelettrico, con numeri destinati a crescere. Solo nell’ultimo anno, Salerno ha visto un incremento di nuova capacità fotovoltaica (4,20 megawatt), e, nel comune di Eboli, il parco di 42 ettari è in grado di immettere nella rete energetica 28.000 megawatt, sufficienti ad illuminare, strade, scuole e uffici pubblici.
La svolta “green” passa anche attraverso iniziative a livello locale non meno efficaci, come quella che ha visto il coinvolgimento degli abitanti del quartiere salernitano di Fornelle nel progetto di miglioramento del decoro urbano. Persino i contenitori per la raccolta dei rifiuti sono stati stilizzati da artisti locali per invogliare i cittadini a praticare la raccolta differenziata (arrivata al 74% nella sola Salerno), contribuendo ad alimentare il compostaggio che permette di riciclare circa 23.000 tonnellate l’anno di rifiuti organici.
La sensibilizzazione ai problemi ambientali e la valorizzazione del territorio grazie ad energie rinnovabili passano anche dalla formazione delle nuove generazioni che si preparano al futuro. La nascita, all’interno dell’Università di Salerno, di un nuovo corso di laurea che tratta di energia pulita, mobilità sostenibile ed economia circolare, è un ulteriore spinta in quella direzione. Qui, lo studio delle nanotecnologie per la sostenibilità si serve di strumenti ad altissima definizione che, anziché la luce, utilizzano fasci di elettroni per esaminare materiali come il grafene, estremamente leggero e dello spessore di un atomo, con una flessibilità e una capacità di veicolare la corrente e il calore migliori di qualsiasi altro materiale. Suscettibile, quindi, di produrre energia pulita.
Salerno è destinata a diventare una delle infrastrutture di ricerca più importanti in Europa anche grazie a progetti finalizzati a testare cavi elettrici in grado di trasportare un gigawatt di potenza (veicolo di elettricità per centomila abitanti), con costi e sprechi sensibilmente ridotti.
In questo scenario futuristico, che è già realtà, trova spazio anche la provincia, dove, come a Battipaglia, vengono realizzati oggetti per l’agricoltura e per l’edilizia utilizzando plastica riciclata e riciclabile.
E trovano spazio anche la ricerca scientifica nel Parco Nazionale del Cilento e la tutela della biodiversità nell’area marina protetta dell’area costiera. Nel primo caso, per verificare la conducibilità dell’acqua del fiume Calore, che dà la misura del livello di inquinamento causato dall’uomo; nel secondo, preservando la posidonia oceanica nei fondali ‒ fonte di ossigeno e di sopravvivenza per gli organismi marini – per evitarne il danneggiamento e garantirne la conservazione.
Viviana Rossi
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