La prescrizione salva Antonio Corvino, 47enne di Caserta noto come ‘culacchiotto’, accusato di una truffa da 5mila euro per il trasferimento di una persona tossicodipendente presso la comunità “Leo Amici” di Valle di Maddaloni.
La sentenza
Nei giorni scorsi, la Corte d’Appello di Napoli ha accolto la richiesta del difensore di Corvino, l’avvocato Nello Sgambato, e pronunciato sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato, che sarebbe stato commesso nel 2012. In primo grado il 47enne era stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione dal giudice Luciana Crisci, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
La truffa
Secondo quanto ricostruito, Corvino si sarebbe fatto consegnare da una donna, residente nel napoletano, la somma di 5mila euro per far trasferire il fidanzato, che si trovava ristretto in espiazione di una condanna in una comunità di recupero a Viterbo, alla comunità “Leo Amici” di Valle di Maddaloni. Corvino avrebbe millantato conoscenze con i vertici della struttura casertana riuscendo a convincere la malcapitata a darle il denaro.
Ci cascano anche avvocato e magistrato
La donna consegna i soldi – 5000 euro in contanti – e riceve tutta la documentazione necessaria al trasferimento. Documentazione che viene consegnata al legale e trasmessa al magistrato di sorveglianza di Viterbo che accoglie l’istanza e dà il suo nulla osta al trasferimento alla comunità in provincia di Caserta. Solo al momento materiale del trasferimento si scopre che la documentazione che Corvino avrebbe dato alla donna era contraffatta e che quindi era stata vittima di una truffa. Poi la denuncia alla polizia e la condanna in primo grado, cancellata dal verdetto di appello per l’intervenuta prescrizione.
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