La crisi del mercato automobilistico continua a farsi sentire in tutta Italia, ma Padova, contro ogni previsione, va in controtendenza. A novembre 2024, le immatricolazioni nella provincia sono cresciute del 4,59%, passando da 1.851 a 1.936 veicoli, mentre il Veneto segna un arretramento del 2,84% e l’Italia registra una flessione del 10,82%. Un dato positivo, ma che non fa dimenticare le difficoltà che il settore sta attraversando, come sottolineato da Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto dell’Ascom Confcommercio.
“Non siamo l’isola felice – ha dichiarato Ghiraldo – anche se il dato di Padova è positivo, le preoccupazioni sono tante”. La crisi del settore auto è un fenomeno che non riguarda solo l’Italia ma l’intera Europa, dove la transizione energetica sta creando incertezze e preoccupazioni tra consumatori e imprese. A fine novembre, l’Italia ha proposto una revisione dei piani europei per l’interruzione della produzione di motori endotermici entro il 2035, trovando il supporto delle associazioni imprenditoriali di Germania e Francia. Tuttavia, la vendita di auto elettriche continua a stentare.
“La transizione energetica è una priorità per la Commissione europea, ma è necessario fornire certezze a tutti gli attori coinvolti”, ha aggiunto Ghiraldo. Le difficoltà riscontrate dalle case automobilistiche sono evidenti: impianti chiusi, licenziamenti frequenti e un mercato che non riesce ad adattarsi rapidamente alla nuova realtà. Il timore, secondo Ghiraldo, è che questa trasformazione pensata a livello europeo stia mostrando evidenti limiti, con conseguenze sulle produzioni e sull’occupazione.
In questo scenario, Padova si distingue per alcuni marchi che continuano a fare registrare buoni numeri. Toyota, ad esempio, ha immatricolato 189 vetture, segnando un aumento del 26% rispetto allo stesso mese del 2023. Volkswagen segue con 165 immatricolazioni (+42,24%), mentre Peugeot fa un salto notevole, con un incremento del 66,20% (118 auto). Anche Kia cresce, arrivando a 98 immatricolazioni (+44,12%).
Tuttavia, non mancano le note dolenti. Tesla, che doveva essere il simbolo del futuro elettrico, ha visto un crollo delle immatricolazioni, passando da 71 a sole 24 auto, con una perdita del 66,20%. D’altra parte, la cinese BYD ha registrato un’impressionante crescita del 2200%, passando da una sola immatricolazione a 23 nel novembre 2024.
“Non so quanto possiamo andare avanti senza correttivi – ha concluso Ghiraldo – la crisi è profonda, e senza una guida chiara, rischiamo di compromettere il futuro del settore”.
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