Oggi, venerdì 6 dicembre 2024, Lecco celebra San Nicolò, patrono della città.
Lecco celebra San Nicolò, patrono della città
Tanti gli appuntamenti tra sacro e profano. Alle 18. 30, il centro della festa pe la parrocchia San Nicolò: la celebrazione della santa messa solenne in Basilica di San Nicolò. La comunità lecchese, alla presenza delle autorità cittadine, dei sacerdoti del decanato, insieme a tanti cristiani che vivono a Lecco e provengono da diversi paesi dell’Est Europa, si raduna nella Basilica dedicata al Santo, dove sono custodite alcune sue reliquie, per chiedere la pace in un rinnovato impegno a compiere il bene per una vita all’insegna della fede, della carità e della giustizia. La celebrazione si conclude con la Benedizione con la Reliquia di San Nicolò.
Sempre oggi, alle 21 la Basilica di San Nicolò ospiterà il concerto natalizio del gruppo Shekinah, nato nel 2004 dal laboratorio ” I colori della fede” e costituito da giovani provenienti da diversi oratori della Diocesi di Milano. Il gruppo ha eseguito in più di centotrenta chiese e teatri della Lombardia la proposta di “concerto-meditazione”, nella quale un percorso musicale si lega a uno narrativo e meditativo. L’ingresso è libero.
Spiega mons. Bortolo Uberti, prevosto di Lecco: “La festa di San Nicolò riunisce la città intorno al patrono. In un tempo segnato da drammi che sconvolgono il mondo e da incertezze che inquietano, sentirsi uniti è fondamentale. La festa è l’occasione per rimettere al centro la nostra storia e i valori evangelici che la contraddistinguono. Ma è anche un’opportunità per guardare avanti con rinnovata fiducia e con il proposito di costruire insieme, nella sinergia e nella solidarietà, il tempo che ci sta davanti”.
Ma c’è spazio anche per iol divertimento e la convivialità, soprattutto per i più piccoli. Oggi, a partire dalle 15.30, Babbo Natale sarà presente alla Pista di pattinaggio in piazza Garibaldi per distribuire il tradizionale pòmm ai bambini presenti (fino a esaurimento scorte).
Perché a San Nicolò si regalano le mele?
E’ una tradizione popolare cara ai bambini di Lecco quella delle mele di San Nicolò. Chiunque è nato e cresciuto in città lo sa: il 6 dicembre è consuetudine ricevere in regalo un bel pomo rosso, per omaggiare proprio il santo patrono cittadino. Ma perché una tradizione così particolare? E perché san Nicolò è patrono della città di Lecco?
Le mele: tradizioni ed episodi
La storia delle mele di San Nicola porta indietro al terzo secolo dopo Cristo, quando il futuro vescovo di Myra (in Grecia) nacque in Asia Minore. Uno degli episodi più celebri raccontati in merito alle sue doti di carità è quello delle tre figlie. Nicola rimase orfano in adolescenza ed ereditò una grande ricchezza dai genitori, e venne a sapere che un uomo, padre di tre figlie, era caduto in miseria, spingendo così le tre giovani verso la prostituzione. Fu Nicola, quindi, a salvarle, avvolgendo alcune monete d’oro in un panno e buttando il piccolo “fagotto” nella casa dell’uomo. L’episodio si ripeté per tre volte, un sacco di monete per ognuna delle tre figlie. Dentro, quanto bastava affinché quel padre potesse lasciare loro una dote per sposarsi, e salvarle così dalla vita di strada.
I tre bambini e le mele
Da qui, quindi, arriverebbe la raffigurazione di Nicola con i sacchetti di monete, trasformati poi in mele rosse. Ma c’è un’altra vicenda che spiegherebbe la tradizione: tre bambini non avevano niente di che nutrirsi, Nicola gli donò una mela a testa. I frutti, nella notte si trasformarono, diventando d’oro.
Perché San Nicolò protegge Lecco
Ma perché San Nicolò è il protettore di Lecco? Probabilmente la ragione va cercata nel suo patronato dei marinai e dei naviganti, assai diffuso nell’Adriatico. Un’usanz rafforzato dal miracolo del grano nel porto di Myra: qui Nicola fece distribuire al popolo i sacchi di grano destinati all’imperatore, trasportati da alcune navi ormeggiate nel porto cittadino. Misteriosamente, però, quando le navi arrivarono a Costantinopoli, i sacchi erano ancora tutti al loro posto, senza che quindi i marinai dovessero passare pene per ciò. Un miracolo che lasciò il segno probabilmente anche a Lecco, all’epoca borgo di pescatori e commercianti.
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