È autore di uno dei quattro leoni in marmo di Piazza dei Martiri a Napoli, quello trafitto da una spada e dedicato ai caduti carbonari del 1820. A Salerno gli è stata dedicata la strada tra il teatro Verdi e la Villa comunale
Nasce a Salerno Stanislao Lista, pittore e scultore. Fin dall’infanzia è minato da una grave infermità fisica che gli pregiudica l’uso completo delle gambe; per questo viene inizialmente avviato allo studio delle lettere, verso cui è portato, sebbene la passione per il disegno sia per lui ben più forte. Allievo del concittadino Gennaro Forte e di Gennaro Calì, si trasferisce poco più che ventenne a Napoli per frequentare il Regio Istituto di Belle Arti. Nel giro di pochissimi anni ne diventerà docente, battezzando nomi del calibro di Vincenzo Gemito, Gaetano Esposito e Pasquale Avallone. Coopera con il pittore Gioacchino Toma alla fondazione delle Scuole serali di disegno per operai.
Abbandonata la pittura, decide di dedicarsi alla scultura. Nel 1860 modella in dieci giorni la statua colossale del generale Lamarmora. Dell’anno seguente è la statua marmorea Il Paisiello, in una nicchia del vestibolo del teatro San Carlo a Napoli: «pensai alla giocondità di Paisiello, alla sua bella voce, e lo espressi come chi canticchia, movendo il dito al ritmo e con guardo incerto in cerca di una melodia». Altro capolavoro è il «Ritratto del padre», sommo busto marmoreo scolpito dal figlio a memoria, dopo la morte del genitore. Tra le sue opere, oltre agli angeli sulla facciata del duomo partenopeo, spicca uno dei quattro leoni in marmo di Piazza dei Martiri a Napoli, quello trafitto da una spada e dedicato ai caduti carbonari del 1820. Muore nel febbraio del 1908. A Salerno gli è stata dedicata la strada tra il teatro municipale Giuseppe Verdi e la villa comunale.
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