VEDELAGO – In tutto il quartiere di via Francesco Maria Preti, a Fossalunga, si sentivano nel primo pomeriggio di ieri le strazianti grida di nonno Vincenzo Munisteri, poco dopo che quest’ultimo aveva saputo dal genero della scomparsa di Simone Caico, 18enne che aveva cresciuto e amato profondamente. In mattinata, al centro anziani, aveva saputo da una collega la notizia di un incidente stradale sulla Castellana e aveva pensato subito a suo nipote, ma non aveva trovato subito il coraggio di chiamare la figlia: aveva atteso di avere notizie, ma niente. Simone era quel nipote a cui diceva spesso di lasciare a casa la Ducati, di usarla il meno possibile, di preferire un’auto. «Aveva da poco compiuto 18 anni – spiega, accompagnato nel pianto dai latrati di due husky, – E io gli avrei subito la mia macchina se non fosse stato per un problema di assicurazioni». Poi Vincenzo, ripensandoci, si corregge: «Ma non l’avrebbe portata comunque la mia macchina, perché aveva la passione delle moto e dei motorini. E glielo dicevo sempre: stai lontano dalle moto. E adesso sono come morto anche io, sono un uomo distrutto».
Il profilo
Simone Caico, nato a Feltre nel 2006, aveva vissuto per diversi anni a Fonte con la famiglia: da diversi anni si era trasferito a Fossalunga assieme a sua madre Mariarita e a un nuovo compagno, Marco Marcuzzo. Aveva avuto anche dei fratelli, a cui era a detta di tuttimolto legato. La famiglia Marcuzzo-Munisteri è molto conosciuta in zona specialmente per l’attività che gestisce tra Riese Pio X e Castelfranco Veneto: un’attività di panificazione e pasticceria che attualmente ha un laboratorio e un punto vendita su via Castellana, “Sfornati d’arte”. Frequentava la quinta, sezione a, alla sede distaccata del Maffioli ed era lì che si stava recando quando è deceduto. «Era educato, un vero lavoratore, aveva tantissimi amici che gli volevano bene – riesce a dire Vincenzo, – Ed era generoso: un suo amico addirittura aveva lasciato da lui un motorino, perché a casa di Simone c’era più spazio. Ma almeno questo suo amico non lo usava molto, invece Simone si ostinava ad andare in moto».
«Io stamattina l’ho saputo alle 11.30 che nell’incidente era stato coinvolto un 18enne con una moto Ducati: mi sono messo a guardare nel telefonino se qualcuno mi aveva avvisato, ma non ho trovato niente. Poco fa mio genero mi ha chiamato e piangendo mi ha detto cos’era successo. E mi sono messo pure a gridare per sfogare il mio dolore. Io la morte di mio nipote mi distruggerà definitivamente. L’abbiamo cresciuto io e la mia ex moglie fin da piccolo. Io la morte di mio nipote mi distruggerà definitivamente». Anche una vicina di casa si sente svenire mentre viene a sapere della scomparsa di Simone: «Era educatissimo, salutava sempre e su questa via andava sempre piano, per rispetto agli altri» racconta.
La cucina, le moto e il rugby erano le sue più grandi passioni. Aveva giocato per sette anni al Rugby Paese, fin da piccolo quindi, e aveva smesso solo quest’anno per dedicarsi alla palestra.
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