Come per le imprese agricole in genere, anche la contribuzione dovuta per i compartecipanti familiari e i piccoli coloni nel 2015 risulta un po’ più cara rispetto al 2014. L’incremento, rispetto allo scorso anno, è dovuto alla lievitazione della quota destinata al fondo pensioni a carico dei dipendenti (a carico del concessionario, in questo caso). I nuovi valori contributivi (vedi tabella) sono indicati nella circolare Inps n. 103/2015, nella quale l’ente ricorda peraltro le agevolazioni previste per il settore.
Salari medi – La Finanziaria 2007 (comma 785 dell’art. 1 della legge n. 296/2006, ha autenticamente interpretato l’art. 1, comma 4 della legge n. 81/2006, prevedendo che, per i soggetti di cui all’art. 8 della legge n. 3347/1968 (piccoli coloni, compartecipanti familiari e piccoli coltivatori diretti), per gli iscritti alla gestione coltivatori diretti, coloni e mezzadri, continuano a trovare applicazione le disposizioni (dell’art. 28 del dpr 488/1968 e dall’art. 7 della legge 233/1990), che prevedono la retribuzione da assumere per il calcolo dei contributi pari al salario medio provinciale. L’aliquota contributiva 2015 è pari al 43,6365%, di cui 234,7965 a carico del concedente e 8,64% a carico del concessionario.
Riduzioni – L’articolo 1, comma 45 della legge di stabilità 2011 prevede che: a decorrere dal 1° agosto 2010, continuano ad applicarsi le disposizioni a favore delle aziende che operano in territori montani e/o svantaggiati (di cui all’articolo 2, comma 49, della legge 191/2009). Pertanto le agevolazioni per zona tariffaria per l’anno 2015 continuano a essere così quantificate: 75% nei territori montani e 68% in quelli cosiddetti svantaggiati.
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