Giorgia Meloni ha portato avanti una Legge di Bilancio del 2025 che ha molti punti da discutere. Scopri cosa succederà a te.
Il governo Meloni si prepara a chiudere il 2024 con una Legge di Bilancio che promette di portare qualche scossone al panorama economico italiano. Tra le priorità dichiarate c’è il consolidamento dei conti pubblici, un occhio di riguardo alle famiglie e alle imprese, e l’eterna battaglia contro l’evasione fiscale.
Ma non aspettatevi fuochi d’artificio: l’esecutivo punta più alla stabilità che agli annunci sensazionali. Il disegno di legge per il 2025 include misure per favorire la crescita economica, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana.
Previsto anche un maggiore investimento in infrastrutture e innovazione, senza dimenticare il rafforzamento del welfare, con interventi mirati per famiglie numerose e pensionati. Tuttavia, come sempre, il tutto è condito da un dibattito acceso tra chi considera queste misure insufficienti e chi teme una mano troppo pesante sul fronte fiscale.
Bonus e incentivi: le proposte sul tavolo
Tra le novità più attese ci sono i bonus previsti per il 2025. Il governo punta a confermare e, in alcuni casi, a potenziare gli incentivi già esistenti, come il Bonus Asilo Nido e il Bonus Cultura per i giovani. Ma ci sono anche novità interessanti: in cantiere c’è un Bonus Energia dedicato alle famiglie a basso reddito.
Esiste anche il Bonus Ristrutturazioni Verdi, pensato per chi decide di rendere la propria abitazione più sostenibile. Tuttavia, non mancano le polemiche: molti si chiedono se questi siano realmente efficaci o solo palliativi temporanei. Tra i critici, c’è chi sostiene che le risorse potrebbero essere meglio impiegate in interventi strutturali.
Le spese che non puoi scaricare nel 2025
Ecco la vera novità che sta facendo discutere: la riduzione delle detrazioni Irpef per i redditi medio-alti. Infatti entrano in gioco nuovi limiti massimi per le detrazioni annuali. Per i redditi sopra i 75.000 euro, il tetto massimo di spesa detraibile scende a 14.000 euro, mentre per chi supera i 100mila euro, il massimo scende ulteriormente a 8000 euro. Ma c’è di più: questi tetti variano in base al numero di figli a carico fiscalmente. Il coefficiente utilizzato per il calcolo cambia.
0,50 se non ci sono figli; 0,70 con un figlio a carico; 0,85 con due figli a carico; 1 con più di due figli o almeno un figlio con disabilità riconosciuta. Le spese sanitarie sono escluse da queste nuove regole, ma molti altri oneri rientrano nel meccanismo di taglio. Un esempio? I mutui per l’acquisto della prima casa, GLI interessi passivi su prestiti agrari, spese veterinarie, rette scolastiche e universitarie, spese funebri e poche altre.
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