Sono più di un quarto del totale delle imprese, nella Città Metropolitana di Milano. Per l’esattezza il più recente censimento dice che le imprese artigiane sono 67.400 su un totale di 319.600, con la presenza di un gran numero delle 23.000 imprese giovanili e delle oltre 57.00 femminili. Sono dunque per primi i numeri a dirci che l’artigianato è molto di più della piccola manifattura tradizionale che la narrazione comune farebbe credere. Se poi si guarda al fatturato, si parla di un risultato che oscilla attorno ai 5 miliardi. Doveroso quindi interrogarsi non solo su quanto sia stato fatto fino ad ora per sostenere un settore così rilevante, ma soprattutto quale ne possa essere il futuro.
L’artigianato che guarda alle tecnologie, anche grazie alle università
“Milano è una città in costante cambiamento: è sinonimo di innovazione e trasformazione, è una città che corre sempre e non si ferma mai. Allo stesso modo, questa evoluzione si riflette nel mondo dell’artigianato – dichiara il Presidente di Confartigianato Milano-Monza Brianza Giovanni Mantegazza – Non parliamo più degli artigiani tradizionali “di una volta,” ma di figure che integrano competenze manuali e tecnologie avanzate. Questo cambiamento si riflette nella capacità di rispondere alle esigenze di una metropoli globale: sostenibilità, personalizzazione, e uso di tecnologie come il design digitale e la stampa 3D. Ciò che rende peculiare l’artigianato è proprio la capacità di quest’ultimo di integrare le tradizioni e le competenze artigianali con le tecnologie moderne, la sostenibilità ambientale e le richieste di personalizzazione dei consumatori”.
Immediato il riferimento all’innovazione, tema di particolare importanza considerando i primi tre settori che contraddistinguono le imprese artigiane dell’area metropolitana: edilizia, metalmeccanica e impiantistica. Tutte attività nelle quali l’assunzione di tecnologie all’avanguardia e la svolta verso il digitale appaiono processi ineludibili sui quali la formazione può e deve coinvolgere tutti i livelli, fino a quello universitario, come afferma Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca: “Sono convinta che l’artigianato, pilastro della nostra cultura e della nostra economia, possa trovare nuova linfa vitale nelle opportunità offerte dalla tecnologia e dal digitale. In questo contesto, l’accademia, che per sua natura rappresenta un ponte tra passato e futuro, può svolgere un ruolo cruciale per supportare il processo di rinnovamento a cui questo settore si sottopone ciclicamente. L’ecosistema di ricerca e innovazione delle università è un terreno fertile per la nascita di nuove idee che possono tradursi in startup e per una rivisitazione delle pratiche artigiane in chiave moderna che sappiano guardare anche alla sostenibilità e al design intelligente.”
Le anime di Milano da conciliare e i giovani protagonisti del processo
Milano innovativa, Milano artigiana. Assunto che l’anima della città è votata al cambiamento continuo ed è da vedere quale sia la chiave per fare in mondo che in sincrono possa evolversi anche l’artigianato. Se le istituzioni di formazione come le università e le associazioni di categoria sono pronte a offrire gli strumenti, sono da individuare i possibili protagonisti della transizione.
L’artigianato rispecchia esattamente l’anima milanese perché le diverse realtà che lo compongono sono estremamente variegate e parte di queste sono ad altissimo tasso di innovazione, quindi vanno sostenute, vanno accompagnate e vanno valorizzate anche pensando così di avvicinare i ragazzi e le ragazze a dei percorsi che magari non avrebbero incontrato o avrebbero sottovalutato e che invece possono essere per loro molto interessanti, coniugando innovazione e ingegno.
Per Elena Buscemi, presidente del Consiglio Comunale di Milano, le attività artigiane e le giovani generazioni possono avere una relazione doppia: offrire – se rese attuali – prospettive di lavoro inedite o almeno sottovalutate e proprio dai giovani venire “contagiate” ed assumere la loco cultura digitale. “I giovani sono fondamentali per il futuro dell’artigianato, ma ci sono sfide importanti da affrontare. Attualmente, gli artigiani senior superano numericamente i giovani imprenditori, rendendo necessario un maggiore ricambio generazionale. È proprio questa la sfida che dobbiamo affrontare”- precisa Mantegazza – “L’artigianato milanese abbraccia pienamente le tecnologie digitali, rendendo il settore più competitivo e innovativo. Tecnologie come la stampa 3D e il design assistito hanno rivoluzionato i processi creativi e produttivi, permettendo una maggiore personalizzazione dei prodotti. Milano, con il suo spirito innovativo, si dimostra un terreno fertile per sperimentazioni e sinergie tra tradizione e futuro”.
La questione della dimensione metropolitana: la città e le aree postindustriali
Negli ultimi anni, sia il Comune di Milano che Regione Lombardia hanno introdotto iniziative a supporto delle microimprese artigiane, come i bandi della Linea Microimpresa, mirati a favorire la crescita e l’innovazione. Temi che trovano supporto anche già nel Patto per il Lavoro promosso dal Comune e sottoscritto da enti, associazioni e parti territoriali. Ma proprio territoriale è un altro aspetto che potrebbe ulteriormente lanciare l’artigianato: la dimensione metropolitana, il ruolo che la piccola manifattura può avere nel sostituirsi alle attività in continua regressione dei distretti industriali.
“Nella scorsa consigliatura io ho avuto il privilegio di essere la consigliera delegata, quindi una sorta di assessore a lavoro in città metropolitana – afferma Buscemi – e ho avuto contezza di quanto questo settore vada ben oltre i confini di Milano. È necessario ragionare in un’ottica metropolitana di maggiore fluidità nei rapporti tra amministrazioni, è possibile farlo concentrandosi su lavoro, mobilità, in generale sullo sviluppo”.
Infine un tema che nella recente assemblea milanese di Confartigianato è stato evidenziato ancora dalla rettrice dell’Università Bicocca Iannantuoni: il tema della conciliazione per le donne, con l’importanza di misure che permettano di bilanciare i tempi della vita personale con quelli professionali e di portare così maggior partecipazione femminile anche all’artigianato. “Chiediamo politiche che promuovano crescita, innovazione ed apertura internazionale, soprattutto in un contesto come quello lombardo, leader nell’export, che anche a livello di micro impresa sta puntando sull’innovazione e sull’apertura a nuovi mercati” chiosa il presidente Mantegazza.
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