Il confronto sulla Società della Saulte Pisana va avanti da tempo e la paura della lista di minoranza di Pisa Diritti in Comune è che alla fine a pagare siano le fasce più deboli. Per questo in Consiglio comunale, in vista della discussione per il Bilancio preventivo, 2025, annuncia battaglia, in quanto chiederà “lo stralcio immediato della ipotesi di fuoriuscita del Comune di Pisa dalla Sds”. Ma anche che sia assunto dal consorzio un piano di revisione e riorganizzazione, in grado di coprire il disavanzo e assicurare i servizi territoriali.
Il ‘caso Sds’ è esploso politicamente lo scorso settembre, quando al momento del rinnovo dei vertici della Sds, durante l’elezione, il sindaco di Pisa Michele Conti si è astenuto, spiegando che “abbiamo deciso – si legge nella nota Sds – di iniziare un percorso per uscire dal consorzio entro il 1°gennaio 2026“. La situazione economica della Sds è problematica: il bilancio d’esercizio del 2023 ha fatto registrare una perdita di un milione e 647mila euro, di cui oltre 900mila euro sono da imputare ad un aumento dei costi per il funzionamento e l’erogazione dei servizi. Per questo lo scorso 28 ottobre è stato deliberato un aumento straordinario delle contribuzioni da parte dei singoli comuni alla Sds (3 euro per ciascun residente).
Diritti in Comune, nella nota di oggi 8 dicembre, spiega che “dopo una ripetuta richiesta di accesso agli atti, riusciamo a fare chiarezza e a rendere pubblico quanto sta avvenendo tra il Comune di Pisa e la Società della Salute. Per settimane abbiamo chiesto e preteso trasparenza alla Giunta Conti: solo grazie alle costanti sollecitazioni abbiamo acquisito la lettera firmata dal Sindaco e dalla avvocatura civica del Comune di Pisa inviata lo scorso 29 novembre alla Sds, all’Azienda Usl Toscana Nord-Ovest e ai Comuni consorziati. Nell’atto, si chiede in autotutela l’annullamento della delibera del 28 ottobre, approvata a maggioranza dall’assemblea dei soci della Sds ma con il voto contrario del Comune di Pisa, con la quale si stabilisce l’aumento della quota capitaria di 3 euro solo per il 2024 per coprire il disavanzo di bilancio che, ricordiamo, ammonta a 1,6 milioni di euro. In sintesi: nella richiesta di annullamento, il Comune di Pisa sostiene che la delibera è mal formulata e che è illegittima perché l’Assemblea della Sds ha preso una decisione senza aver consultato i consigli comunali, che per statuto devono deliberare l’aumento delle risorse conferite al Consorzio”.
Secondo la lista di Ucic-Rifondazione Comunista quella della destra pisana è “un’opera di destabilizzazione”, la quale “rischia di mettere una pietra tombale sul già fragile welfare locale destinato soprattutto alle persone più vulnerabili e più a rischio di esclusione. Sappiamo bene qual è l’idea di Conti per intervenire sulla povertà e sui bisogni della comunità: smantellamento dei servizi, bonus a pioggia e gestione privata degli interventi di carità. Va però aggiunto che in questa situazione così critica, le responsabilità della Sds e di tutti i Comuni consorziati, a partire da quello di Pisa, che si sono accumulati in questi anni, sono pesantissime”.
Regolare o meno la delibera di aumento di capitale della Sds, per Diritti in Comune “serve che sia presentato immediatamente un piano di riequilibrio da parte della Sds, che ad oggi ancora inspiegabilmente e colpevolmente non c’è, e che si proceda, quindi, a quanto non è stato fatto in tutti questi anni dai Comuni, ovvero l’aumento della quota capitaria a 34 euro in maniera strutturale, come indicato già dal Collegio dei Revisori dei Conti nel 2022. Altro che la bufala della fuoriuscita del sindaco Conti dalla Sds, qui ciò che occorre è un maggiore contributo dei Comuni, e un efficientamento del Consorzio per superare le carenze gestionali esistenti secondo quanto contenuto nella relazione della Fondazione Zancan, e su cui il Comune di Pisa ma anche gli altri comuni non hanno mosso un dito in questi anni. Lanciamo la richiesta di un Piano di revisione dell’organizzazione e del funzionamento della Società della Salute, privilegiando efficienza e trasparenza, e prevedendo il potenziamento del ruolo dei Comuni all’interno del consorzio”.
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