Si chiude una settimana di forti guadagni per il comparto immobiliare con l’attenzione degli investitori sempre rivolta alle banche centrali: il mercato scommette su una politica di allentamento della politica monetaria, più decisa, da parte della BCE, per sostenere l’economia dell’Eurozona dopo il peggioramento dell’attività manifatturiera e dei servizi, a novembre. Una politica espansiva favorisce il mercato dei mutui e dunque anche il settore del Real Estate. Dall’altra parte dell’Oceano, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che la banca centrale “può permettersi di essere un po’ più cauta” con i tagli dei tassi, mentre sposta la politica verso una posizione più neutrale, notando che i rischi al ribasso per il mercato del lavoro sembrano essersi ridotti e le recenti letture dell’inflazione sono state un po’ più alte del previsto.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare ha vissuto una settimana di forti guadagni sulla piazza milanese. Stessa sorte per il comparto, a livello europeo, che mostra un rialzo dell’indice Stoxx 600 Real Estate del 2,7%. In Italia, l’indice FTSE Italia All Share Real Estate porta a casa un incremento del 5,3% circa.
I titoli immobiliari quotati a Milano
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, a conquistare la palma dei rialzi è il titolo Gabetti che balza 26%. La società, quotata sul mercato Euronext Milan, che eroga servizi per l’intero sistema immobiliare, è stata oggetto di una ricerca ricerca pubblicata da EnVent Italia SIM, Investment Banking Firm dedicata al mid-market che effettua studi societari per emittenti quotate: EnVent ha assegnato a Gabetti un target price di 1,50 euro per azione, con un upside del +242% sul prezzo attuale delle azioni e un rating di Outperform. Segue a ruota Aedes con una salita del 13,9%. In rally anche IGD e Risanamento che portano a casa, rispettivamente, +4% e +9%. Positive, inoltre, le azioni Abitare IN +1,8%. Dal lato dei ribassi, invece, le Brioschi -2% e le Next RE -1,8%.
I dati macroeconomici
In Gran Bretagna, i prezzi delle case salgono al ritmo più veloce dal 2022. Secondo i dati di Nationwide, a novembre, i prezzi delle case nel Regno Unito hanno registrato il più rapido incremento su base annua da novembre 2022, segnando un segno di resilienza del settore immobiliare a fronte di costi di finanziamento più elevati. I prezzi annuali sono saliti del 3,7% a novembre e dell’1,2% su base mensile, ha dichiarato Nationwide. Entrambi gli incrementi, annuale e mensile, sono stati superiori alle previsioni degli economisti. I dati della Banca d’Inghilterra della scorsa settimana hanno mostrato il maggior numero di approvazioni di mutui per l’acquisto di case da agosto 2022. Secondo Halifax, il mercato immobiliare britannico ha visto un’accelerazione a novembre, con un incremento dei prezzi delle case dell’1,3% rispetto al mese precedente. Questa crescita ha superato le previsioni degli economisti, che avevano stimato un aumento dello 0,2%, segnando l’incremento mensile più elevato dell’anno.
Dagli USA sono giunti i consueti numeri sulle domande di mutuo che, nella settimana al 29 novembre, hanno mostrato un incremento del 2,8%, dopo il +6,3% della settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso dello 0,6%, mentre quello relativo alle nuove domande è risultato in aumento del 5,6%. La Mortgage Bankers Associations (MBA), ha indicato che i tassi sui mutui trentennali sono diminuiti al 6,69% dal 6,86% precedente.
Studi di settore
Il mercato immobiliare italiano, dopo un periodo in frenata, mostra segnali di ripresa, con un +1,2% di compravendite nel secondo trimestre 2024. Un dato, secondo quanto rilevato da NETRAIS, PMI nata nel 2020, che conferma quanto la casa resti fondamentale per gli italiani (3 su 4 oggi vivono oggi in abitazioni di proprietà). Eppure, l’acquisto di un immobile resta un passo difficile per molte famiglie (solo 980.000 sono in grado di permetterselo, su 3 milioni che vorrebbero comprare casa): inflazione, redditi bassi e distanza tra domanda e offerta frenano l’acquisto. Anche per questo, oggi, si cercano case più piccole rispetto al passato: cresce l’interesse per trilocali (44%) e diminuisce quello di nuove costruzioni (-8,5%) a favore di edifici ristrutturati, mentre le case post-pandemia sono diventate multifunzionali, non solo per riposo, ma anche per lavoro, svago e socialità.
Anche il 3° Osservatorio sul mercato immobiliare 2024 di Nomisma, rileva i primi segnali di ripresa per il settore, dopo il periodo di appannamento riconducibile agli effetti del progressivo inaridimento del canale creditizio. Secondo Nomisma, che ha analizzato le performance dei 13 principali mercati italiani, la possibilità di una ripresa della domanda dipende fondamentalmente da due fattori: da una parte la tenuta dei redditi delle famiglie, per i quali non si può tuttavia ancora escludere un “lieve peggioramento” del mercato del lavoro, e dall’altra il ripristino di condizioni di accesso al credito meno prudenti e selettive.
L’Ufficio Studi Tecnocasa ha analizzato i dati diramati dall’Agenzia delle Entrate sui primi nove mesi del 2024: in Italia sono state compravendute 502.301 abitazioni, con una diminuzione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Però, se si guarda al terzo trimestre del 2024, la situazione appare in miglioramento con un aumento del 2,7% delle compravendite a livello nazionale. Rallenta quindi la discesa del mercato immobiliare italiano, complice il ribasso dei tassi di interesse che ha ridato slancio alla domanda, come testimonia anche il fatto che nel terzo trimestre del 2024 sono aumentate le compravendite finanziate con mutuo, pari ora al 44,1% del totale.
Con le principali banche centrali che stanno abbassando i tassi di interesse, la prolungata e dolorosa contrazione dell’immobiliare commerciale sta finalmente per finire, quantomeno in alcuni segmenti. Lo sottolineano gli esperti PIMCO del settore, che in una recente tavola rotonda hanno sottolineato che la ripresa verosimilmente sarà lenta e disomogenea e sarà necessario focalizzarsi in modo strategico su specifici settori e aree geografiche nonché valutare in modo attento se assumere posizioni nel debito o in partecipazioni di capitale nelle varie opportunità.
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