La scena sembra uscita da un film d’azione. Evadono da una comunità terapeutica di Cassino dove sono detenuti per una serie di precedenti per rapina e furto commessi in provincia di Napoli. Ma non è un’evasione come tante. La modalità è singolare. Vedono in lontananza una bisarca, si guardano e pensano che quel mezzo che trasporta auto, possa rappresentare la loro salvezza. Salgono al volo prima che il camionista metta in moto e si nascondono. Non fiatano. Sperano che il mezzo sia diretto verso il Nord Italia e Torino. Per loro sarebbe l’ideale per raggiungere la Francia. Non è così: il viaggio dura molto meno. Poco più di un’ora e mezza. Il camion prende la strada di Latina per consegnare alcune auto ad una concessionaria alle porte della città. In base alla ricostruzione raccolta è a Tor Tre Ponti che finisce la fuga di due stranieri: un algerino e un marocchino, entrambi in Italia senza permesso di soggiorno. Hanno rispettivamente 25 e 22 anni.
Il camionista – in base a quanto è emerso – si è sentito bussare in cabina e inizialmente ha pensato ad una rapina perchè i due giovani domandano: «Dove ci porti?». L’uomo mantiene la calma e chiama il 112. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile – diretti dal tenente Massimo Ienco – arrivano e arrestano i due stranieri. Una volta portati in caserma provano a fornire false generalità. Dicono di essere bulgari. Dai controlli con la banca dati delle forze dell’ordine è emerso che i due giovani oltre ad essere irregolari, dovevano essere agli arresti domiciliari. Ieri mattina in Tribunale a Latina – davanti al giudice monocratico Elena Nadile – sono stati processati per direttissima, erano difesi d’ufficio dall’avvocato Ezio Lucchetti.
Il giudice ha convalidato l’arresto a fronte della richiesta della detenzione in carcere per uno dei due presentata dalla pubblica accusa. Il magistrato ha disposto la detenzione dei due ragazzi nella comunità di Cassino. Il legale dei due imputati ha chiesto i termini a difesa e alla fine il processo è stato rinviato al 25 marzo. I due ragazzi sono stati ascoltati nel corso del dibattimento e hanno detto che volevano tornare a casa, nel loro paese di origine. Una volta arrivati in Francia avrebbero chiesto il rimpatrio. Sono stati fermati dagli uomini dell’Arma impegnati nell’ambito dei servizi di controllo del territorio predisposti dal comandante provinciale il colonnello Christian Angelillo. La fuga è finita a Tor Tre Ponti. Tra tre mesi riprende il processo.
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