Garanzie MCC e SACE: Verso un Modello di Supporto per la Ristrutturazione Aziendale
Riflessioni sul riconoscimento del privilegio
Le recenti interpretazioni giurisprudenziali hanno chiarito, in modo quasi unanime, il riconoscimento del privilegio ai crediti garantiti da MCC e SACE. Questo è un passaggio fondamentale per garantire certezza normativa e operativa nella gestione delle crisi d’impresa. Tuttavia, il vero problema si sposta a monte, nella fase delle trattative con le banche e gli enti garanti, dove spesso mancano regole altrettanto chiare e un approccio collaborativo tra le parti coinvolte.
Le criticità nelle trattative con il sistema bancario
Un aspetto cruciale, che troppo spesso viene sottovalutato, è il comportamento delle banche nel momento in cui un’impresa si trova in difficoltà. Piuttosto che collaborare per la costruzione di un piano di ristrutturazione sostenibile, le banche tendono a mettere le posizioni a sofferenza e a escutere immediatamente le garanzie. Questo approccio, pur formalmente corretto, contraddice lo spirito del sostegno pubblico, che dovrebbe invece favorire la continuità aziendale.
La garanzia dello Stato dovrebbe essere utilizzata non solo come strumento di protezione per le banche, ma anche come leva per incentivare queste ultime a partecipare attivamente alla ristrutturazione dell’impresa. Questo richiede:
1.Regole chiare e condivise che disciplinino il ruolo delle banche e degli enti garanti (MCC e SACE) nelle trattative.
2.Meccanismi di monitoraggio e incentivo che penalizzino comportamenti non collaborativi e premino le banche che partecipano efficacemente al processo di ristrutturazione.
Una nuova visione per la garanzia dello Stato
A mio avviso, una vera innovazione nel sistema potrebbe essere rappresentata dall’estensione della garanzia dello Stato a sostegno diretto dei piani di ristrutturazione. Questo consentirebbe agli imprenditori di avere uno strumento concreto per superare l’ostacolo principale: la mancanza di garanzie reali per ottenere nuova finanza.
Con il Codice della Crisi e dell’Insolvenza, il legislatore ha già riconosciuto l’importanza della nuova finanza per garantire la continuità aziendale. Tuttavia, il sistema bancario spesso si mostra restio a concedere credito anche in presenza di piani ben strutturati. Ecco perché ritengo che una garanzia pubblica diretta sui piani di ristrutturazione potrebbe essere decisiva per:
•Supportare l’imprenditore nella fase più delicata, garantendo un margine di manovra per attuare il piano.
•Favorire la collaborazione tra Stato, banche e imprese, creando un quadro chiaro e trasparente per le valutazioni delle trattative.
•Rendere sostenibili le ristrutturazioni, evitando che le difficoltà di accesso al credito si trasformino in liquidazioni giudiziali o in fallimenti.
Questa proposta andrebbe a potenziare il ruolo dello Stato come garante della stabilità economica, non solo in chiave emergenziale, ma anche in un’ottica strategica e di lungo termine.
L’importanza di un approccio collaborativo
Il successo delle ristrutturazioni aziendali dipende in larga misura dalla capacità delle parti coinvolte di lavorare insieme. Serve un cambiamento culturale, che parta dal presupposto che il sostegno pubblico, tramite MCC e SACE, non debba essere solo una tutela passiva per le banche, ma uno strumento attivo per guidare le imprese verso una ripresa sostenibile.
Proprio per questo motivo, la collaborazione tra banche, enti garanti e imprese dovrebbe essere incentivata attraverso:
•Linee guida operative condivise che definiscano ruoli, responsabilità e obiettivi di ogni soggetto coinvolto.
•Piattaforme di dialogo e negoziazione coordinate da esperti terzi, capaci di mediare e garantire la trasparenza delle trattative.
•Meccanismi di supervisione statale per assicurare che i benefici delle garanzie pubbliche non vengano distorti o vanificati.
Conclusioni e prospettive
La mia proposta di utilizzare la garanzia dello Stato come leva per i piani di ristrutturazione rappresenta un’idea innovativa che potrebbe fare la differenza nella gestione delle crisi aziendali. Non si tratta solo di prevenire fallimenti, ma di costruire un sistema in cui imprese, banche e Stato collaborino per trasformare la crisi in un’opportunità di rilancio.
In un quadro di regole certe e collaborazioni trasparenti, la garanzia pubblica potrebbe diventare non solo un paracadute, ma un trampolino per le aziende italiane, rafforzando l’intero sistema economico e produttivo.
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