Comprare a poco, puntando su aree alla periferia delle città oppure su terreni svalutati a causa di ostacoli burocratici, e poi vendere a tanto, tantissimo. Questo il sistema che Benko, Hager e Signoretti avevano importato in Alto Adige e in Trentino, effettuando alcune operazioni legittime e redditizie e altre invece finite al centro dell’inchiesta della procura di Trento. Quelle nell’Alto Garda, in particolare l’area ex Cattoi e l’ex Hotel Arco, promettevano di portare decine di milioni di euro nelle casse di Signoretti, Hager e quindi Benko, con un ritorno economico di più del 100%. D’altra parte, la galassia di società messe in piedi per realizzare questi progetti, dal Trentino al Sudtirolo, dal Veneto alla Lombardia, ha raccolto in questi anni finanziamenti dalla casa madre, il gruppo austriaco Signa ora in bancarotta, e dal sistema bancario. I debiti accumulati in totale, compreso il Waltherpark di Bolzano, ora ceduto, ammontano tra finanziamenti e garanzie fideiussorie a più di mezzo miliardo di euro. Ma anche togliendo dal conto il maxi investimento bolzanino, arriviamo a oltre 130 milioni. Mentre i soldi di Signa e il suo proprietario sono sotto inchiesta, oltre che in Trentino, in Germania e in Liechtenstein per frode e riciclaggio.
Appartamenti milionari
Era il 23 dicembre 2016 quando Hager e Signoretti costituivano la società denominata V.R.101214 con cui poco dopo, nel gennaio del 2017, acquisirono l’area ex Cattoi di Riva del Garda per poco meno di 5 milioni di euro. Un vero e proprio affare per l’ultimo pezzo libero da cemento del lungo lago della perla del turismo sul Garda. L’obiettivo dichiarato dei due era quello di realizzare un’operazione residenziale, desiderata che si sono scontrati però con la scadenza della destinazione d’uso di lì a poco e la contrarietà dell’allora sindaco Adalberto Mosaner. Di come Signoretti e Hager avrebbero, secondo gli investigatori, osteggiato Mosaner, poi sostenuto le candidature di Malfer e Santi e infine trovato un accordo con loro e dei reati contestati si è già scritto (si veda in particolare il «T» del 5 dicembre). Quello che è importante per questa analisi è che alla fine l’accordo trovato tra Comune e società privata era per un’area residenziale di circa 3.300 metri quadrati in cui realizzare due palazzine di quattro e cinque piani per un totale di 30 alloggi, 20 dei quali in vendita libera (e quindi anche ai turisti) e 10 per cui era richiesta la residenza nel Comune di Riva del Garda. Un complesso completato da parcheggi pertinenziali sotterranei e verde privato. Appartamenti quindi di grande valore, allora si stimava un costo al metro quadro di 10mila euro. Professionisti del settore a Riva del Garda confermano la stima e dicono che: «Persone informate sull’operazione parlavano di appartamenti che costavano dagli 800mila euro a crescere». Con queste stime è quindi facile ipotizzare un ricavo finale di almeno 30 milioni di euro. Un ritorno del 500% sull’investimento iniziale, o di almeno il 100% se si considerano gli altri costi di investimento, davvero niente male. Un progetto che però ora sembra destinato ad arenarsi: la variante 13bis, al cui interno si trova l’accordo per l’area, necessita dell’ultima approvazione della giunta provinciale; voci di corridoio fanno sapere che, alla luce delle evidenze giuridiche, difficilmente arriverà.
Un hotel milionario
Era l’autunno del 2019 quando, con un’altra società la Arco.RE srl, Hager e Signoretti acquistavano, per circa 4 milioni di euro, l’area dell’ex Hotel Arco nell’omonimo comune. Anche in questo caso si è già scritto di come Signoretti e Hager abbiano agito per arrivare al risultato sperato. L’accordo raggiunto prevede la possibilità di realizzare sull’area un boutique hotel su circa 2.900 metri quadri, che prevede tra le 40 e le 45 camere e poi tre palazzine residenziali su circa 3.600 mq. per una trentina di alloggi. Esperti del settore stimano che l’hotel a regime potrebbe avere un giro di affari di circa 1,8 milioni di euro l’anno. Un’entrata a cui aggiungere gli appartamenti, il 30% destinati ai residenti, che potrebbero fruttare circa 20 milioni di euro. Anche in questo caso un ritorno altissimo rispetto all’investimento iniziale.
Tutti i debiti del trio
Agli investimenti messi in cantiere nell’Alto Garda si aggiungono poi i progetti a Verona (vedi sotto), a Pavia, a Rimini, Bergamo e in altre località. Per avviare queste iniziative, Hager e Signoretti hanno raccolto finanziamenti e disponibilità su larga scala. La Supernova Development, che aveva a libro paga anche l’ex senatore Vittorio Fravezzi, ha un’esposizione debitoria, fra crediti e garanzie, di oltre 61 milioni. La Museum di Hager è sui 41 milioni, la Heliopolis spa e la Heliopolis Urban Regeneration di Signoretti sono sui 34 milioni. In tutto 136 milioni e rotti, che ora sono pericolosamente in bilico.
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