Il progetto pilota unico in Italia rappresenta un modello virtuoso di sostenibilità ambientale e innovazione: la piantumazione, completata nel 2019, è suddivisa in nove poderi monocultivar
NewTuscia – PERUGIA – modello virtuoso di sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, ma anche un segnale di speranza per il futuro dell’olivicoltura italiana. In un settore ancora legato a modelli produttivi del passato, l’oliveto rivoluzionario della famiglia Gaudenzi, un progetto pilota unico in Italia, da questa stagione entra in produzione e dimostra come sia possibile guardare al futuro mantenendo salde le radici nella tradizione, con uno sguardo attento al paesaggio, alla biodiversità e alla qualità del prodotto finale. Nasce così anche “Classe 24”, un nuovo extravergine monovarietale di Borgiona.
Di pari passo con l’importante intervento di tre chilometri lungo la fascia olivata che abbraccia Assisi, Trevi e Spoleto, dedicato al restauro dei muretti a secco, riconosciuti come patrimonio UNESCO e simbolo della terra umbra, e al recupero di oliveti abbandonati e del paesaggio, per farli tornare a produrre olio extravergine di qualità, il Frantoio Gaudenzi ha iniziato a raccogliere i primi frutti di un progetto-pilota innovativo avviato nel 2017 su 20 ettari di oliveto. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti a livello nazionale, che unisce tradizione, modernità e sostenibilità. La piantumazione, completata nel 2019, è suddivisa in nove poderi monocultivar con sesti di impianto studiati per ottimizzare l’indice di superficie fogliare (LAI) e massimizzare la capacità fotosintetica delle piante. Questo layout agronomico è stato pensato per migliorare sia la produttività delle olive che l’efficienza dell’impollinazione, grazie a un attento studio delle condizioni climatiche locali.
Il 2024, per la famiglia Gaudenzi porta dunque anche con sé un secolo di ricordi. “Segna per noi una svolta con questo primo raccolto significativo”, affermano Andrea e Stefano Gaudenzi, la terza generazione dell’azienda, sottolineando come il loro lavoro sia radicato nella tradizione, ma con lo sguardo rivolto al futuro. “Questo oliveto – sostengono – rappresenta un esempio virtuoso di come modernità e rispetto del territorio possano coesistere”. Il neonato “Classe 24”, appunto un monovarietale di Borgiona, con sentori di pomodoro e mandorla verde, rappresenta il frutto di un’eredità che risale al tempo di Vittorio Gaudenzi, fondatore del Frantoio Gaudenzi. Dai germogli dei suoi ulivi secolari sono nati gli alberi piantati da Stefano e Andrea, entrati in produzione quest’anno, nel centenario della sua nascita. Una selezione di monovarietali che racchiude l’essenza di tre generazioni di eccellenza olivicola, legame con la terra e dedizione alla qualità. In realtà, è più di un olio, è un’esperienza, un omaggio a una storia che continua a innovare, crescere e ispirare.
Sostenibilità e tecnologia. L’innovazione di questo oliveto non si limita alla disposizione delle piante. Il frantoio ha integrato soluzioni sostenibili come un sistema di irrigazione a goccia collegato a una riserva idrica di 5.000 m³ che raccoglie le acque piovane. Grazie a questo bacino, l’acqua utilizzata per irrigare gli olivi è arricchita naturalmente dai nutrienti del terreno, garantendo una gestione efficiente delle risorse idriche. Questo sistema sarà alimentato da energia pulita, minimizzando l’impatto ambientale e riducendo il consumo energetico. Un modello olivicolo sostenibile e ricco di biodiversità che rispetta l’identità paesaggistica e ambientale dell’Umbria, tanto che il Frantoio Gaudenzi ha preferito adottare sesti tradizionali, orientando i filari in base ai venti prevalenti, per facilitare la distribuzione del polline e garantire un’adeguata aerazione delle piante.
Monitoraggio e biodiversità. Una parte cruciale del progetto è rappresentata dalla gestione agronomica, che segue i criteri dell’agricoltura biologica. Fin dalla fase iniziale del progetto, è stata installata una stazione meteo per monitorare in tempo reale le condizioni climatiche e ottimizzare gli interventi agronomici. Un altro segno della salute del suolo è la presenza di numerose arnie tra gli olivi, con api che producono miele grazie alle fioriture spontanee. Questo equilibrio tra biodiversità e produzione agricola dimostra l’impegno dell’azienda verso un’agricoltura sostenibile.
L’evoluzione dell’olivicoltura. Il progetto dell’oliveto Gaudenzi rappresenta una risposta concreta alla crisi che attraversa l’olivicoltura italiana, spesso ancora legata a modelli ottocenteschi, come aveva sottolineato il professor Maurizio Servili dell’Università di Perugia durante la cerimonia di inaugurazione dell’impianto. Servili, uno dei massimi esperti di olivicoltura a livello mondiale, ha piantato personalmente il primo ulivo del progetto e ha evidenziato l’importanza di adottare tecniche moderne per garantire la competitività dell’olio italiano. Il progetto della famiglia Gaudenzi, che ha una lunga storia nell’olivicoltura, è un perfetto esempio di come tradizione e innovazione possano coniugarsi in un processo che coinvolge ogni aspetto della filiera produttiva. Dall’acquisto del terreno collinare nel comune di Spoleto, alle successive analisi chimico-fisiche del suolo, tutto è stato studiato per massimizzare la qualità del prodotto e la sostenibilità dell’impianto.
Per la famiglia Gaudenzi, questo momento rappresenterà perciò non solo un traguardo importante ma anche una nuova partenza. Grazie all’impegno di Andrea e Stefano nel portare avanti il progetto, combinando tradizione familiare e innovazione tecnologica, segna una nuova era per il frantoio, destinato a diventare così un punto di riferimento per l’olivicoltura italiana.
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