Roma, 9 dicembre 2024 – Una vasta rete criminale, attiva tra il 2017 e il 2020, è stata smantellata grazie all’operazione condotta dai carabinieri di Rimini. L’indagine, avviata dopo la denuncia di un migrante, ha portato all’emissione di 12 misure cautelari per gravi reati quali favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e della prostituzione.
La rete, composta da soggetti provenienti da diverse realtà, sfruttava le vulnerabilità di persone provenienti dall’Africa settentrionale, disposte a pagare migliaia di euro per ottenere il nulla osta necessario all’ingresso in Italia. Tra i coinvolti figurano un dipendente dell’Inps, un addetto di un patronato e un commercialista residente in un’altra regione.
Gli arresti comprendono quattro persone in carcere, sette agli arresti domiciliari, una con obbligo di presentazione e un’altra attualmente ricercata.
Il sistema prevedeva il coinvolgimento di imprenditori conniventi, che stipulavano contratti di assunzione fittizi per consentire ai migranti di ottenere i documenti necessari. Una volta formalmente concluso il periodo lavorativo, veniva richiesta l’indennità di disoccupazione. Non mancavano i matrimoni falsi, organizzati per consolidare lo status giuridico degli interessati.
Le vittime, spesso in condizioni di estrema vulnerabilità, venivano costrette ad accettare lavori reali ma sottopagati, vivendo sotto una costante pressione psicologica legata al rinnovo del permesso di soggiorno. Alcune giovani donne sono state persino obbligate a prostituirsi.
Tra le accuse formulate dalla Procura di Rimini figurano favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e della prostituzione, corruzione continuata, falsità ideologica, ricettazione e favoreggiamento continuato della permanenza irregolare di cittadini stranieri.
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