La vetrina non aveva allarme: carabinieri avvisati da una passante ma al loro arrivo l’autore del colpo era già fuggito. Bottino da quantificare, immagini di videosorveglianza al setaccio. Nel 2018 due furti allo stesso negozio
Colpo ai danni del Duca D’Aosta, noto negozio di articoli di lusso in via San Fermo a Padova, poco prima dell’alba di lunedì 9 dicembre: un uomo, armato di flessibile, è riuscito a tagliare la vetrina dell’atelier e a mettere a a segno un furto – una «spaccata» ma con modalità non comune – durato soli pochi minuti. Con un taglio netto e preciso quanto basta a ricavare una «finestra» nella vetrina, il ladro è riuscito a lavorare indisturbato: a quanto pare, la vetrata presa di mira non è protetta da allarme.
Carabinieri avvisati da una passante
Ad avvisare i carabinieri è stata una passante: la donna, che avrebbe dato ai militari descrizioni piuttosto precise, vedendo una persona, pare a volto coperto, che armeggiava di fronte al negozio, ha chiamato subito il 112. Una pattuglia è stata inviata di corsa in via San Fermo, ma i carabinieri non hanno fatto in tempo a bloccare il malfattore che, dopo aver rubato una quantità ancora da quantificare di abiti e oggetti vari, è riuscito a far perdere le tracce. Si ipotizza, comunque, un danno rilevante per lo store: la vetrina, che normalmente espone merce costosa, era piuttosto spoglia. Saranno le telecamere di sorveglianza nella via – la «lettura» è in corso – a far chiarezza su tutta la vicenda, non solo spiegando nei dettagli la modalità del furto ma anche provando a dare un contorno al volto del responsabile e di eventuali complici.
Due precedenti
Una situazione non nuova per il Duca d’Aosta di Padova. Il 28 maggio 2018, i ladri avevano spaccato la stessa vetrina con una mazza, riuscendo a rubare borse per oltre 150 mila euro: un lavoro di squadra compiuto da esperti che, sempre in pochissimi istanti, si erano suddivisi il lavoro, riuscendo a portare via tutti gli articoli del primo piano. Minore il bottino – 40 mila euro – del secondo colpo, a pochi mesi di distanza dal primo: il 16 novembre dello stesso anno. In quel caso, i ladri erano fuggiti sull’auto usata come ariete contro le vetrate.
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