Un centinaio di persone in marcia, candele in mano e un cartellone appeso alla chiesa a San Polo: “Sandro siamo con te”. È questa l’immagine della fiaccolata a supporto dell’artigiano ceh nell’Epifania 2023 uccise a colpi di fucile il vicino che gli stava distruggendo casa con la ruspa. Sandro Mugnai era sotto quel tetto con la famiglia, è indagato per omicidio volontario. Dietro l’angolo c’è la richiesta di rinvio a giudizio: rischia di andare a processo. Per la comunità di San Polo è un’ingiustizia. “Sandro si è solo difeso”. Lo dice anche il parroco Don Natale Gabrielli, come aveva fatto il giorno dei fatti. “La vicenda evoca quello che successe tra Davide e Golia, ma noi siamo dalla parte di Davide, del più debole, non di Golia – aveva detto – si è trattata di una ingiusta aggressione e noi dobbiamo impedire che si verifichi la tragedia nella tragedia. Preghiamo per Gezim ma anche per Sandro”. Ed è proprio il prete l’anima del comitato nato a supporto del Mugnai il cui portavoce è Giovanni Severi. C’è anche lui alla guida del serpentone che ha marciato a San Polo fino alla chiesa dove si è tenuta la messa.
Nel frattempo non è stata ancora fissata l’udienza preliminare del nuovo procedimento. A Mugnai è già stato consegnato dalla pm l’avviso di conclusione delle indagini e con ogni probabilità farà seguito una richiesta di rinvio a giudizio. Quel che accadrà dopo in aula rimane un’incognita, nel senso che c’è da vedere quella che sarà la strategia degli avvocati: quella del rito ordinario e cioè di andare davanti al collegio di tre giudici oppure di optare di nuovo per il rito abbreviato che porta a uno sconto di pena di un terzo. In quest’ultimo caso a decidere dovrebbe essere il giudice Stefano Cascone visto che gli altri due gup del tribunale di Arezzo (Giulia Soldini e Claudio Lara) si sono già espressi sui fatti.
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