Cagliari Momenti ad alta tensione questa mattina 10 dicembre nel porto turistico di Su Siccu, molo Sant’Elmo, dove è cominciato lo smantellamento della motonave “Gennaro Cantiello”, conosciuta come la “nave dei detenuti dell’Asinara”, semi affondata da oltre un anno e mezzo e rimasta nel punto di ormeggio, dove era stata convertita a inizi anni 2000 in ristorante-pizzeria galleggiante dal proprietario Salvatore “Dodo” Pergola, chiuso poi nel 2013 dai carabinieri del Nas per irregolarità amministrative e igienico-sanitarie.
La motonave è rimasta tutto questo tempo ancorata sotto sequestro al mollo sant’Elmo ed è finita al centro di una lunga controversia giudiziaria culminata con l’imposizione a Pergola di portarla via dall’attracco a sue spese. Cosa che non è stata fatta per l’opposizione totale dell’ex proprietario. Intanto la motonave è semi affondata e per qualche anno il relitto ha costituito una bruttissima cartolina della nuova passeggiata a mare di Su Siccu.
Questa mattina, dopo diversi rinvii dettati da ricorsi e sentenze, sono iniziate le operazione dello smantellamento d’ufficio della nave semi affondata da parte della ditta ingaggiata dall’autorità portuale (con spese da addebitare al proprietario inadempiente) e, come prevedibile, sono stati momenti di forte tensione. Sul molo sant’Elmo sono stati schierati polizia, vigili del fuoco, 118 e guardia costiera dopo che Salvatore Pergola aveva preannunciato che “devono passare sul mio corpo, nessuno demolirà la mia nave”. Questa mattina, di buon’ora, era sul posto ad assistere all’inizio delle operazioni. Non è stata una presenza pacifica, ha urlato che si sarebbe gettato in mare e ha cercato di farlo davanti agli smantellatori arrivati con una chiatta dotata di gru. E forze dell’ordine glielo hanno impedito e poi lo hanno convinto bonariamente a lasciar fare. Ma la tensione è rimasta altissima fino alla tarda mattinata, quando Salvatore Pergola si è arreso davanti alla fine di quella che lui chiamava la “mia nave”.
La “Gennaro Cantiello”, lunga 43 metri, è stata dal 1978 al 1998 la nave che faceva la spola fra Porto Torres e l’Asinara per trasportare i detenuti e il personale della polizia penitenziaria in servizio nel carcere dell’isola. Vi hanno viaggiato in manette detenuti “eccellenti” di mafia e camorra, di terrorismo politico, di criminalità comune: i mafiosi Cutolo e Bagarella (per Totò regina venne organizzato un viaggia speciale su una motovedetta militare), i terroristi Curcio e Franceschini, il bandito sardo Matteo Boe. Ma ci viaggiarono anche i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che andarono all’Asinara per istruire in sicurezza il maxi processo di mafia. Da questa mattina un parte di storia del carcere dell’Asinara e della polizia penitenziaria isolana ha cominciato a scomparire definitivamente dopo essere diventata un relitto inquinante e brutto da vedersi.
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