Si è concluso con l’assoluzione perché “il fatto non sussiste” il processo a carico di un 46enne di Mugnano del Cardinale, giudicato dal magistrato monocratico Pierpaolo Calabrese presso il Tribunale di Avellino. L’uomo era accusato di aver compiuto un raid incendiario il 18 marzo 2022 a Sirignano, ai danni di un’automobile utilizzata da Aniello Grasso, deceduto circa un anno fa e considerato in passato dagli inquirenti un affiliato al clan Cava.
Le indagini e l’accusa
L’inchiesta, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano e coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Russo, aveva identificato il 46enne come il presunto responsabile dell’episodio. Una testimone lo aveva indicato come la persona che, intorno alle 22 di quella sera, avrebbe lanciato un oggetto verso l’Alfa Romeo 159 in uso a Grasso, poi avvolta dalle fiamme in Via Domenico Acierno, dove si era verificato l’incendio.
Mancanza di movente e assoluzione
Tuttavia, il giudice non ha ritenuto credibile questa ricostruzione. Decisiva è stata anche una dichiarazione dello stesso Grasso, raccolta durante le sommarie informazioni, in cui aveva affermato di non aver avuto dissapori, contrasti o minacce né con il 46enne né con la sua famiglia. Questa mancanza di un movente chiaro è stata sottolineata dalla difesa, contribuendo all’assoluzione dell’imputato.
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