Un finanziere col grado di luogotenente, tuttora in servizio, il 59enne Gian Claudio Sturiale Tindaro, deve rispondere a processo con rito ordinario dell’accusa di rivelazioni di segreto d’ufficio e di una segnalazione, fatte secondo la ricostruzione accusatoria a favore di un collega che allora risultava al centro di investigazioni e che poi finì in manette, cioè l’ex luogotenente delle Fiamme Gialle Cosimo Cifarelli, 60 anni. Quest’ultimo è imputato in un procedimento per induzione indebita a dare o promettere utilità e rivelazione di segreti di ufficio, insieme ad altri due imprenditori: per tutti e tre si è aperta in ottobre l’udienza preliminare. Cifarelli fu arrestato dai suoi colleghi in flagranza di reato, il 2 dicembre 2022, mentre riceveva una presunta “mazzetta” da duemila euro da un imprenditore 73enne. In questo filone, seguito dal pm Isabella Chiesi, è accusato anche un secondo imprenditore 68enne, intercettato con Cifarelli: quest’ultimo si sarebbe messo a disposizione dietro compenso di denaro per rivelargli segreti d’ufficio. Anche l’inchiesta sul luogotenente Sturiale Tindaro è stata fatta dai militari della Finanza. Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ieri sono stati sentiti gli investigatori delle Fiamme Gialle, citati come testimoni dal pm, che hanno ricostruito l’indagine su Sturiale Tindaro, basata sull’analisi del suo pc e dei suoi accessi.
Tra i testi è stato ascoltato il colonnello Maria Concetta Di Domenica, comandante del nucleo di polizia economica finanziaria. Secondo l’accusa, Sturiale Tindaro, venuto a sapere le circostanze su Cifarelli, lo avrebbe incontrato più volte informandolo. Nello specifico, il 59enne luogotenente deve rispondere di un episodio risalente al settembre 2022: aver riferito a Cifarelli – prima che si arrivasse all’arresto di quest’ultimo – che nel corso di un’attività investigativa, nello specifico durante un’intercettazione, era stato fatto il suo nome. Un altro fatto contestato è datato ottobre 2022: in questo caso l’imputato avrebbe detto a Cifarelli che una banca lo aveva segnalato per un’operazione sospetta. “Cifarelli chiese conto al dipendente della banca – ha spiegato Di Domenica – Quella segnalazione fu visualizzata solo da cinque militari: alcuni su mio ordine, poi c’era chi esclusivamente impegnato nell’indagine Cifarelli”.
Il colonnello ha riferito che anche Sturiale Tindaro, “avrebbe potuto fare una ricerca informativa”, ma lei si sarebbe aspettata, “come avviene di solito, che cercasse informazioni di nostra competenza. Invece cliccò sulla segnalazione senza dirlo al comandante e senza darne nota nelle scritture di servizio. Nessuno degli altri cinque, pur avendo visualizzato, riferì a Cifarelli”. L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Conti, da noi interpellato a margine dell’udienza: “Il mio assistito nega tutti gli addebiti. Credo a quanto mi riferisce: non ha rivelato lui i segreti istruttori al suo collega. Non c’è nulla che faccia risalire a lui le delazioni contestate. Lui consulta ogni giorno le banche dati e non è significativo che lo abbia incontrato”. Nella prossima udienza sarà sentito Cifarelli.
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