Tre monete d’oro per tre zecche italiane
Tra i lotti numismatici offerti all’incanto nell’Asta di Natale, che si svolgerà il 13 dicembre 2024 a Villa Mosconi Bertani, troviamo tre interessanti esemplari in oro di tre zecche italiane.
Il saluto d’oro di Carlo I d’Angiò per la Zecca di Napoli
Partiamo dalla moneta più antica delle tre, il saluto d’oro coniato a Napoli da Carlo I d’Angiò (1266-1285). Quest’esemplare, di notevole qualità, presenta al dritto lo scudo del sovrano ripartito in due, con l’insegna del Regno di Gerusalemme a sinistra ed il campo cosparso dei gigli araldici di casa d’Angiò a destra. La leggenda intorno dichiara che Carlo è, per grazia di Dio, re di Gerusalemme e Sicilia.
Nomisma Aste, Asta di Natale, Lotto 115, NAPOLI Carlo I d’Angiò (1266-1285) Saluto d’oro – MIR 18 AU (g 4,39) RR
Non tutti i regni si ereditano o conquistano, come Carlo aveva fatto, con l’appoggio papale, per il regno di Napoli. Alcuni regni, o solo titolo e diritti a pretendervi, si possono anche “acquistare”. È quanto Carlo fece nel 1277, comprando da Maria d’Antiochia, figlia di Boemondo VI, il titolo di re di Gerusalemme, di cui si fregeranno per secoli tutti gli altri re di Napoli, fino alla caduta del Regno delle Due Sicilie nel 1861.
Il rovescio di questo “saluto” ne palesa anche il nome. Vi ritroviamo infatti una rappresentazione, tutta gotica, dell’Annunciazione, con l’arcangelo Gabriele che, con le ali spiegate, indica la Vergine Maria che apre le mani in segno di stupore. Tra le due figure, un vaso con un ramo fiorito di gigli. La leggenda intorno recita il sacro annuncio: AVE GRACIA PLENA, DOMINUS TECUM.
Il ducato di Adriano VI per la zecca di Bologna
250 anni dopo circa il saluto napoletano, venne coniata a Bologna la moneta che analizzeremo di seguito. Si tratta di un ducato d’oro, coniato durante il pontificato di Adriano VI (1522-1523), l’ultimo papa non italiano (era infatti originario di Utrecht, nei Paesi Bassi) a salire al soglio di Pietro fino a Giovanni Paolo II, la cui elezione avvenne dopo più di 450 anni, nel 1978.
Nomisma Aste, Asta di Natale, Lotto 140, Adriano VI (1522-1523) Bologna – Ducato – Munt. 104 Var. AU (g 3,47) R
La moneta reca impressa al dritto il leone con issato nelle zampe anteriori il vessillo di Bologna e intorno la leggenda BONONIA DOCET, che evidenzia la vocazione universitaria della città.
Al rovescio, il campo è occupato dalla figura di San Pietro, che allude al potere dei papi sulla stessa città, con ai lati l’armetta del Cardinal de’ Medici e quella civica.
La moneta, ben coniata per il tipo e di alta qualità, è senza dubbio uno dei migliori esemplari esistenti.
Lo scudo d’oro di Alessandro de’ Medici per la Zecca di Firenze
Concludiamo con un magnifico scudo d’oro del sole, coniato circa un decennio dopo a Firenze, il quale in questa conservazione risulta di difficile reperibilità.
Nomisma Aste, Asta di Natale, Lotto 104, FIRENZE Alessandro de Medici (1532-1537) Scudo d’oro – MIR 96 AU (g 3,38) R
Emittente Alessandro de’ Medici (1532-1537), la moneta, contraddistinta dal piccolo sole ad ore 12 al dritto, segue, così come tutte le altre monete italiane con lo stesso nome, il sistema monetario francese, dove questo nominale venne introdotto nel 1475.
Il dritto mostra un elegante scudo a cuore col blasone mediceo, sormontato da corona ducale. Il rovescio presenta una croce cosiddetta vuota, come formata da segmenti, con al centro ed alle estremità un elemento decorativo polilobato. La croce è cantonata da quattro anelli con diamanti, un’impresa araldica ricorrente nella famiglia Medici e, a ben vedere, pare scorgere un diamante anche nella punta in basso dello scudo al dritto!
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