Da una parte le multe per le case automobilistiche che non rispettano i limiti di emissioni, pronte a scattare dal 2025. Dall’altra un piano di incentivi per spingere all’acquisto di auto elettriche. Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Prosperità e alla Strategia industriale, Stéphane Séjourné, ha fornito alcuni elementi della ricetta per affrontare la crisi dell’automotive, dando segnali di apertura su un allentamento delle sanzioni che potrebbero costare al settore tra i 12 e 15 miliardi.
Lo shock alla domanda
Séjourné ha incontrato a Milano il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e gli esponenti di Confindustria, con cui si sarebbe mostrato disposto a rivedere il modello di calcolo delle emissioni di CO2, che dal 2025 porterebbe a multe salate per le imprese dell’automotive.
“La nostra volontà – ha spiegato il vicepresidente della Commissione – è quella di non mettere in difficoltà i costruttori e quindi dare visibilità sul futuro sarà una delle prime risposte che daremo. Avremo una discussione strategica con i costruttori e nelle prossime settimane ci saranno risposte concrete”.
Il sistema di sanzioni rientra nell’obiettivo di produrre entro il 2035 nell’Ue solo auto elettriche, come previsto dal “Regolamento che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi”, dove si stabiliscono traguardi intermedi di riduzione delle emissioni medi annuali del 15% dal 2025 al 2029, del 55% per le auto nuove e del 50% per i furgoni nuovi nel periodo 2030-2034.
Secondo le regole Ue, le case automobilistiche che sforano le soglie di emissioni dovranno pagare un’indennità pari a 95 euro per g/km in eccesso da ciascun veicolo di nuova immatricolazione.
Séjourné ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, che i target non sono in discussione, ma le multe dovrebbero essere riviste “in modo pragmatico per non penalizzare i produttori”. “Sono pronto a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027″, ha aggiunto.
Gli incentivi
Per la prima trasferta da parte della nuova Commissione europea, il vicepresidente ha evidenziato non a caso la scelta dell’Italia: “Non c’è solo una sensazione d’urgenza per le varie attività economiche ma c’è una realtà – ha dichiarato – Dobbiamo far fronte all’effetto tenaglia tra i prezzi dell’energia e le sovraccapacità della Cina che inondano i nostri settori e mettono sotto pressione la competitività dell’Unione Europea”.
Séjourné ha dichiarato l’intenzione da parte della Commissione di introdurre nei prossimi mesi “meccanismi e politiche per dare uno shock alla domanda e promuovere l’acquisto di auto nuove in Europa”, senza però spiegare l’ammontare delle risorse impiegate, né le modalità delle misure.
I provvedimenti anticipati dal 39enne commissario francese rientrano nel solco del Clean Industrial Deal promesso da Ursula von der Leyen nel suo secondo mandato, per dare nuova linfa alla capacità concorrenziale dell’Unione europea nell’ambito della transizione ecologica ed energetica.
“Una strategia per accompagnare le imprese nella decarbonizzazione e rilanciare la competitività” come spiegato dal vicepresidente della Commissione, di cui si occuperà lo stesso Séjourné insieme alla commissaria per la transizione pulita, la spagnola Tersa Riberia.
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