Da un lato la proposta avanzata dall’Italia e sottoscritta da 6 Stati membri, dall’altro la pressione che il gruppo parlamentare del PPE è pronto a esercitare. Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo per la strategia dell’Europa in tema di Green Deal applicato all’industria dell’auto.
I punti critici sul tavolo dovranno passare all’esame della Commissione e accogliere o meno le istanze di revisione sollecitate da più parti. Sugli obiettivi di CO2 media da realizzare nel 2025, il sentire comune è di una flessibilità che dovrebbe rinviare l’applicazione delle multe al 2027, per quanti – case auto – non centreranno gli obiettivi.
Transizione sostenibile, siamo ancora in tempo?
Poi vi è il tema dell’attivazione anticipata, rispetto al 2026, della clausola di revisione del Fit for 55 in chiave 2035. La posizione italiana, avanzata dal ministro Urso in Europa, ha raccolto intorno a sé un consenso su un documento informale. Adesso, le prime aperture arrivano anche da figure al vertice della Commissione, come il vicepresidente esecutivo per la Prosperità e strategia industriale, Stephane Séjourné.
“C’è un’aria nuova nella Commissione Europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale”, le parole del ministro Urso in una nota diffusa dal ministero delle Imprese.
Costruire una nuova politica industriale
“Siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto. Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”.
Tra i temi al centro del colloquio tra Urso e Séjourné, anche la necessità di investimenti a sostegno della politica industriale. Nello specifico del settore automobilistico, non è un mistero come tra i desiderata italiani e dei Paesi firmatari del “non paper” delle scorse settimane vi sia un piano di investimenti a supporto della decarbonizzazione.
Risorse europee per sostenere, anche, la domanda dei privati, che nel 2025 resterà orfana in Italia del piano di incentivi all’acquisto attuato fino al 2024.
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