Auto vendute con un chilometraggio “taroccato”, ovvero scalato per avere un valore di mercato superiore, e falsi certificati di revisione: la Procura chiude l’inchiesta e si appresta a mandare a processo sedici indagati, alcuni dei quali sono stati raggiunti da una misura cautelare la scorsa estate.
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Le accuse contestate sono di associazione a delinquere, falso, truffa, trasferimento fraudolento di valori, frode nell’esercizio del commercio e autoriciclaggio. Sotto inchiesta titolari di autorivendite e officine oltre a intermediari per la vendita, collaboratori delle società e prestanome.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, è stato fatto notificare a Salvatore Mattina, 48 anni; Alfonso Mattina, 44 anni, fratello del primo; Manila Mattina, 25 anni, figlia di Salvatore; Gioachino Lo Giudice, 42 anni; Giuseppe Tesè, 47 anni; Antonio La Marca, 33 anni; Francesco Genova, 67 anni; Gianluca Gallo, 45 anni; Calogero Monachino, 36 anni; Giuseppe Calogero Nicastro, 44 anni; Angelo Carmelo Cerriti, 57 anni; Antonio Nicosia, 58 anni; Vincenzo Di Bella, 54 anni; Marco Chianta, 46 anni; Vincenzo Mattina, 27 anni e Diego Giardina, 30 anni.
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Quattro le società al centro dell’inchiesta: la Mattinauto, la Global auto, la Gold cars e la Dg car. I promotori dell’organizzazione per delinquere sarebbero stati i fratelli Mattina di Canicattì. Della “banda”, secondo la procura, ne avrebbe fatto parte anche il commercialista Tesè che curava la gestione contabile e finanziaria della società. I Mattina avrebbero gestito di fatto pure le altre società, create per l’occasione e affidate a prestanome.
Le autovetture, a insaputa degli acquirenti, venivano “ringiovanite” scalando il chilometraggio anche di centinaia di migliaia di chilometri, sottoposte e false revisioni e vendute a un prezzo superiore.
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Con l’avviso di conclusione delle indagini, i difensori (gli avvocati Calogero Meli, Annalisa Lentini, Calogero Lo Giudice, Salvatore Amato e Giuseppe Barba) avranno venti giorni di tempo per chiedere un interrogatorio dei propri assistiti, produrre memorie e documenti o sollecitare atti di indagine.
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