In una lettera al procuratore generale della California, Meta critica il cambio di status di OpenAI, definendolo una violazione dei principi no-profit con cui è stata fondata.
Meta ha formalmente chiesto al procuratore generale della California, Rob Bonta, di intervenire per bloccare il piano di OpenAI di trasformarsi da organizzazione no-profit a entità for-profit. In una lettera pubblicata questa settimana, Meta ha accusato OpenAI di voler sfruttare risorse accumulate grazie al suo status di ente no-profit per generare profitti privati. La lettera sottolinea che questa transizione potrebbe creare un precedente pericoloso, incentivando altre startup tecnologiche a seguire un modello simile per attrarre investimenti e successivamente abbandonare le loro promesse iniziali di servizio pubblico.
Le origini e l’attuale controversia
Fondata nel 2015 come organizzazione no-profit, OpenAI ha promesso di sviluppare un’IA sicura e benefica per l’umanità, senza essere influenzata da interessi commerciali. Tuttavia, con il successo commerciale di ChatGPT e altre tecnologie, OpenAI ha annunciato l’intenzione di passare a un modello for-profit per attrarre maggiori investimenti. Meta sostiene che questa transizione violi gli impegni iniziali di OpenAI e possa destabilizzare l’intero ecosistema tecnologico, spingendo altre startup a sfruttare incentivi fiscali e donazioni per poi convertirsi in entità a scopo di lucro.
Nella lettera, Meta suggerisce che Elon Musk e Shivon Zilis, due delle figure fondatrici di OpenAI, siano qualificati per rappresentare gli interessi pubblici nella causa legale in corso contro il CEO di OpenAI, Sam Altman. Questo sostegno è sorprendente, dato il rapporto competitivo e spesso conflittuale tra Musk e il CEO di Meta, Mark Zuckerberg. Musk ha più volte criticato OpenAI per aver abbandonato la sua missione originaria di no-profit, e ora guida una causa legale per bloccare il cambio di status.
Le implicazioni per la Silicon Valley
Meta avverte che consentire questa transizione potrebbe avere conseguenze “sismiche” per il settore tecnologico. Startup future potrebbero adottare un modello simile per raccogliere fondi iniziali come no-profit, sfruttando vantaggi fiscali, e poi convertirsi in for-profit quando diventano commercialmente sostenibili. Questo approccio potrebbe distorcere il mercato, costringendo le aziende a competere con entità che beneficiano sia dei vantaggi del no-profit sia delle opportunità di profitto del settore privato.
OpenAI ha difeso la propria posizione, affermando che eventuali ristrutturazioni garantiranno che il no-profit originario continui a esistere e a perseguire la sua missione, ricevendo il giusto valore per le sue risorse. Tuttavia, la pressione di attori come Meta e le cause legali in corso evidenziano la complessità di mantenere un equilibrio tra etica e innovazione nel settore dell’intelligenza artificiale.
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