Chi ha diritto a ricevere i rimborsi per la pensione di reversibilità? Il pagamento della pensione di reversibilità ai superstiti di un familiare assicurato varia. Dipende sia dal parente a cui la prestazione è destinata, e in tal caso si deve calcolare su percentuali differenti, e sia dal fatto se l’avente diritto lavora o meno e che reddito percepisce.
Finora le regole in tal senso sono sempre state molto chiare e rigide. Ma ora qualcosa è cambiato.
- Al via i rimborsi dall’Inps per le pensioni di reversibilità, i motivi
- Chi ha diritto ad avere i rimborsi e di quanto
Al via i rimborsi dall’Inps per le pensioni di reversibilità, i motivi
Le norme relative al pagamento della pensione di reversibilità stabiliscono che il coniuge superstite che ha diritto alla prestazione, se lavora o possiede altri redditi propri, deve ricevere un importo mensile che si riduce progressivamente all’aumentare del proprio reddito.
In pratica, più alto è il reddito percepito dal superstite e meno si può prendere di reversibilità.
La Corte Costituzionale, con una sentenza del 2022, si è, però, espressa sulla questione del calcolo, stabilendo che se il superstite che ha diritto a percepire la prestazione percepisce altri redditi, le riduzioni non possono e non devono mai superare le stesse entrate del beneficiario.
Secondo la Corte, infatti, nel caso di cumulo di pensione di reversibilità con redditi aggiuntivi non si può calcolare una decurtazione superiore all’importo di tali redditi, fissando così nuovi limiti per le decurtazioni.
E l’Inps ha deciso di procedere al rimborso di chi ha ricevuto una pensione decurtata negli ultimi 5 anni.
E’ stato stabilito che, una volta che viene calcolata la pensione di reversibilità spettante rispetto al trattamento originario del defunto, si deve valutare il reddito personale di chi la deve percepire.
Secondo la Cassazione, non devono essere considerate anche altre entrate, come la stessa pensione di reversibilità, o il Tfr che è tassato separatamente, o, ancora, la rendita catastale dell’abitazione principale rivalutata del 5%;
Se calcolando il taglio in base al reddito personale, la parte di reversibilità che viene trattenuta è maggiore del reddito stesso, si deve riconoscere in misura pari a quel reddito.
A chi spetta il rimborso Inps e di quanto
Secondo quanto spiegato, i rimborsi da parte dell’Istituto di Previdenza saranno riconosciuti ai superstiti di un pensionato che possedeva una pensione ingente, nei casi di elevata differenza tra i redditi dei coniugi.
Per ottenere il rimborso bisogna aver subito la riduzione della pensione di reversibilità negli anni dal 2019 al 2023. Dal 2024 in poi i calcoli sono stati effettuati seguendo i nuovi criteri.
Per avere i rimborsi, bisogna controllare il limite di reddito annuale di riferimento oltre al quale sono scattati i tagli e che è stato:
- nel 2019 di 20.007,39 euro annui;
- nel 2020 e nel 2021 oltre i 20.107,62 euro annui;
- nel 2022 oltre i 20.449,26 euro annui;
- nel 2023 oltre i 21.985,86 euro annui.
Precisiamo che l’Ente rimborserà non solo quanto sottratto ingiustamente ma anche i relativi interessi e la rivalutazione.
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