Una lunga ed appassionante storia da condividere con le persone più care. L’artigiano Luciano Fortunati ha festeggiato il traguardo dei sessant’anni di attività. Esattamente il 25 novembre 1964 inaugurò un locale capace di resistere ai cambiamenti ed alle trasformazioni della società e della città, esattamente nello stesso posto dove decise di collocare il locale. Ora all’età di 85 anni è supportato dalle figlie Roberta e Patrizia, grazie alle quali ha potuto proseguire il percorso imprenditoriale connotato anche da simpatici aneddoti.
Alla nostra redazione di www.ternitoday.it il signor Luciano ripercorre i passaggi significativi dell’omonima attività: “Imparai il mestiere da Organtini, storico negozio della città. Insieme a mio fratello decidemmo, a fine anni cinquanta, di aprire un locale in via Barberini. Il merito va totalmente ascritto a nostro padre”. Le strade si divisero sei anni dopo: “Una decisione condivisa quanto necessaria poiché non c’era spazio per entrambi, sotto il profilo della remunerazione. Così, anche grazie all’aiuto di mia sorella, inaugurai l’attività alla fine del mese di novembre del 1964 in corso Tacito”.
La Terni che ‘fu’: “In centro le attività storiche erano rinomate. Il corso era pieno di negozi, soprattutto nessuno era sfitto. Dopo dieci anni di cinghia ‘tirata’ iniziai a raccogliere i frutti del lavoro a partire dagli anni settanta. Erano gli anni del boom economico e commerciale anche per la nostra città. Ai grandi investimenti fatti dal sottoscritto rispondeva una clientela ‘popolare’ che poteva contare su stipendi sicuri. La fiducia dei rappresentanti in determinati momenti è stata fondamentale”. Anno 1974: “Con l’arrivo dell’Iva il regime fiscale è cambiato e così anche alcuni aspetti del mondo imprenditoriale. In quello specifico anno poi venne modificata anche una parte significativa del centro attraverso l’istituzione dell’isola pedonale. Ricordo che fui tra i pochi – osserva il signor Fortunati – ad essere a favore. A quel tempo si pensava troppo al lavoro. Liberare le auto da corso Tacito invece rappresentò una svolta per il passeggio”.
La prosecuzione: “Fino agli anni novanta (abbondanti ndr) l’attività ha reso molto e la crisi è stata avvertita in ritardo, rispetto ad altri settori. Tuttavia dopo l’attacco alle torri gemelle qualcosa è cambiato. L’oro essendo bene rifugio risente del contesto internazionale ed il suo costo non è mai sceso. E’ subentrata mia figlia Roberta e siamo stati bravi a resistere fornendo più servizi”. Attività nel segno della tradizione: “Ho sempre rifiutato di buttarmi sull’online per prediligere essenzialmente la vendita vis a vis”. Tradizione che si percepisce anche nella modalità di lavoro degli orologi: “Sempre con il banchetto”.
Quali i segreti di cotanta longevità: “Serietà, puntualità, onestà ed un pizzico di fortuna. Perché ho avuto la fortuna di poter contare sul ricambio generazionale e la presenza delle figlie Roberta e Patrizia che si è aggiunta. In questi sessanta anni un grande contributo l’ha fornito anche mia moglie, prima di andare in pensione. Insomma un’attività a conduzione familiare di cui vado orgoglioso”. Tra i tanti aneddoti uno in particolare da raccontare: “Due francesi entrarono a negozio attratti da un orologio. Costava 44 mila lire ed al momento del pagamento restituì duemila lire. Rimasero abbastanza sorpresi di tutto ciò. Risposi che erano per lo sconto da applicare. Forse meravigliati perché nessuno prima glielo aveva fatto. Qualche tempo dopo entrarono a locale altri due francesi, in vacanza in Italia. Erano stati consigliati proprio di passare al locale dai loro predecessori”.
Un messaggio per concludere la chiacchierata: “Ringrazio davvero tutti i clienti, alcuni dei quali fidelizzati nel tempo. Abbiamo condiviso le vite delle persone, soprattutto i momenti felici come matrimoni, comunioni, cresime, battesimi, lauree. Nel corso del tempo – conclude l’imprenditore – si sono instaurate delle relazioni di stima che sfociano anche in piccoli quanto significativi pensieri e regali”.
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