MELARA (Rovigo) – Simone Muratelli classe 1978, ex pilota di speedway e long track di Melara, tra la fine degli anni novanta e negli inizi del duemila, ha rappresentato l’Italia sulla scena internazionale in diverse qualificazioni europee e mondiali. Simone, sempre a contatto con le due ruote sin dalla tenera età, già a quattro anni si cimentava per le campagne vicino casa con una minimoto da cross, mentre l’indole della pista ovale l’ha ottenuta essendo figlio d’arte; il papà Alberto Muratelli è stato un pilota di speedway negli anni ‘70, facendo parte della colonia di piloti cresciuta nella zona dell’estremo altopolesine in cui sono sorte le due piste di Bergantino e Castelmassa, a ridosso della provincia di Mantova.
Con lo speedway, Simone Muratelli ha potuto contare sugli insegnamenti di due maestri e pionieri dello speedway polesano, come lo sono stati Sandro Pastorelli e Mauro Ferraccioli. Mentre Pastorelli è stato un punto di riferimento per perfezionare la guida di traverso e controllare la derapata, con Ferraccioli ha imparato tutti i segreti della meccanica per le sofisticate preparazione dei motori per le gare. Uniti dalla passione di moto e motori, tra Sandro e Simone era nato un forte rapporto affettivo e consolidato nel tempo, a tal punto che ha segnato molto l’allievo Simone dopo la sua scomparsa in modo accidentale di quello che era il suo maestro ispiratore, tanto da allontanarsi dalle competizioni.
Simone Muratelli con una grande passione per la meccanica di precisione e autodidatta, circa 22 anni fa, creandosi una piccola officina in un casolare adibito al ricovero di mezzi agricoli, si è lanciato in una sua idea fissa di creare un modello in miniatura rispettando la versione originale della moto da speedway tradizionali posseduta dal suo maestro Sandro Pastorelli, riprogettando in modo del tutto artigianale una riproduzione totale del telaio e la meccanica della moto.
Insieme alla sua primogenita Alice, che si è prestata per le sue misure fisiche da bambina, papà Simone è riuscito a costruire una mini moto da speedway con un motore da 110cc ed una livrea bianca e rosa per la gioia della figlia in cui ha potuto divertita fare i suoi primi giri, successivamente denominata “moto 1”.
La soddisfazione era grande, ma non appagava del tutto Simone Muratelli, che il suo pallino principale era quello di costruire un motore personale da alloggiare sempre su una moto da speedway di dimensioni più ridotte rispetto l’originale standard, ma leggermente più grande del suo primo modello. Da quel momento, Simone ha dedicato anima e corpo, ma soprattutto il tempo libero per costruire un proprio motore, dando un nome al suo luogo degli esperimenti “Hobby Metal Garage”.
Lavorando su un motore da pitbike 125cc, finalmente dopo diverso tempo composto da disegni a mano libera, sagome di cartone, modifiche, adattamenti e prove, nel luglio 2023 si è arrivati all’assembramento del motore per una mini moto con telaio sagomato a quello dello speedway, il tutto costruito a mano, partendo dal carter fino a raggiungere l’accoppiamento del gruppo termico, con l’alloggiamento al telaio bloccato con delle piastre di fissaggio motore. La costruzione di un supporto frizione smontata da un 125cc e riadattata al proprio progetto, ha portato a compimento una bella sfida, completata con un bel design, rigorosamente fatto a mano. A questo punto mancava solo la prova della sua funzionalità fatta su un terreno.
Per Simone Muratelli il grande giorno d’esordio era arrivato domenica 21 aprile scorso, in occasione di una festa motociclistica organizzata da un gruppo di appassionati delle due ruote, denominata “Svalvolati su terra” in cui si sono susseguite sfide con ogni tipo di motociclette, ad opera del moto club “Le Giare” di Bergantino, in cui hanno il loro punto d’incontro presso la pista di motocross intitolata, non a caso, a Sandro Pastorelli. In cui in fianco è stata creata una piccola pista ovale di circa 300 metri.
Per l’atteso esordio, Simone Muratelli ha scelto un collaudatore particolare che sta muovendo i primi passi sulle due ruote e risponde al nome di Manuel Gregnanin, 11 anni, figlio d’arte del più famoso papà Marco Gregnanin, ex pilota di speedway internazionale, entrambi portacolori del moto club confinante “Big River” di Castelmassa.
Con l’entusiasmo alle stelle e la forte tensione che qualcosa non potesse funzionare, il piccolo Manuel ha iniziato ad effettuare i primi giri, in cui il nuovo prototipo di motore ha funzionato brillantemente e senza nessun intoppo. Il test è proseguito brillantemente durante il pomeriggio fino al suo completo svolgimento, ma la grande gioia è susseguita anche nel giorno successivo, quando sul banco di lavoro il prototipo denominato con le sue iniziali “SM” e “moto 2”, è stato aperto per i controlli necessari, in cui non sono state riscontrate usure particolari ed il motore aveva funzionato correttamente. Grande è stata la soddisfazione per Simone Muratelli, nella positiva risposta ottenuta dalla sua opera, anche se ammette che questa volta il suo ultimissimo lavoro e stato molto impegnativo e complicato, e sicuramente Simone non intende fermarsi qui.
Alberto Sattin
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link