LUCCA. Un ribasso di circa 600mila euro. Dopo l’asta andata deserta del 24 ottobre, Tribunale tenta il bis per trovare un compratore dell’immobile che ospita l’’Ispettorato del lavoro. Se al primo incanto servivano 2 milioni e 433mila euro, per il secondo la cifra fissata è di un milione e 824mila euro. Un ritocco in basso per aggiudicarsi l’ampio fondo con destinazione uffici in via Gramsci a San Marco, lato gradinata del Porta Elisa.
È un fabbricato di cinque piani, oltre a quello seminterrato, che si trova nei paraggi anche della vecchia entrata dell’ospedale Campo di Marte. Una posizione che colloca il lotto in una zona con parcheggi, vicino al centro storico, ma senza i limiti degli accessi dentro le Mura. L’esecuzione immobiliare è stata avviata nei confronti della società lucchese, la Re. Co. Carta di Lucca attiva nel leasing immobiliare. A procedere è la Amco – Asset Management Company Spa, società partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di cartolarizzazione di crediti deteriorati del sistema bancario. Le offerte vanno presentate entro le 12 del 21 gennaio allo studio Giannecchini di Viareggio, mentre l’udienza con l’accertamento delle eventuali proposte è fissata per le 9 del giorno dopo negli uffici dell’Istituto Vendite Giudiziarie di Lucca.
Nonostante un’estensione di 2mila 300 metri quadrati, l’immobile è occupato solo dagli uffici dell’Ispettorato del lavoro. Numerose le stanze vuote. Il tutto ha una destinazione direzionale pubblica con un alloggio di servizio e area esterna adibita a cortile con viabilità di accesso, parcheggi ed area a verde. La valutazione del perito nominato dal Tribunale risale all’aprile scorso dopo l’avvio dell’esecuzione immobiliare nel 2023. Un’asta recente, quindi, con un inquilino, l’Agenzia del Demanio, sede di Roma, che può far valere un contratto d’affitto per svariati anni a un canone annuale di 146mila euro incassabile ogni sei mesi. L’ampio fondo presenta, comunque, alcune sbavature. Il geometra incaricato dal Tribunale nella sua relazione sottolinea un particolare curioso per un immobile che ospita un’autorità chiamata a vigilare sulla correttezza dei rapporti di lavoro e sull’applicazione della legge: «Si fa presente, che per l’immobile in esame, il sottoscritto non ha rintracciato il certificato di agibilità, pertanto il suo ottenimento, se necessario, resterà a totale cura e spesa dell’aggiudicatario».
Per il resto a livello urbanistico e catastale non risultano difformità. Altri aspetti mostrano qualche problema. Scrive il tecnico: «Si precisa che non sono state prodotte allo scrivente e pertanto se ne ignora l’esistenza, le certificazioni di conformità degli impianti tecnologici esistenti e fra la documentazione esaminata in ordine all’incarico ricevuto, niente è stato rintracciato in merito al certificato di prevenzione degli incendi del quale pertanto si ignora l’esistenza, come comunicato dall’ente utilizzatore dell’immobile, l’impianto antincendio esistente risulta non conforme e pertanto non attivo».
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