Nel mondo contemporaneo, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) rappresentano una bussola fondamentale per guidare nazioni, aziende e istituzioni verso un futuro più equo e sostenibile.
Introdotti dalle Nazioni Unite nel 2015 con l’Agenda 2030, i 17 SDG e i loro 169 target specifici affrontano le principali sfide globali, come la povertà, il cambiamento climatico, la disuguaglianza e la giustizia sociale. Il loro raggiungimento comporta un importante lavoro di coordinamento di individui, aziende e istituzioni nazionali e internazionali, che ha preso forma nel corso degli anni e sta cominciando a dare i primi, importanti risultati. Il primo risultato raggiunto, e forse più importante, è stato proprio quello di aver creato una piattaforma comune per affrontare le più urgenti sfide globali. Vediamo come.
Monitorare gli SDG: il ruolo degli attori pubblici, il ritardo del settore privato
A dieci anni dalla loro introduzione, gli SDG sono oggi sostenuti da una vasta rete di collaborazione internazionale, con le Nazioni Unite a fare da coordinatrici globali. Le agenzie specializzate come l’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) e l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) giocano un ruolo di primo piano nel monitoraggio e nel supporto tecnico agli Stati membri. Queste organizzazioni non operano da sole: la collaborazione con istituzioni accademiche, ONG e aziende private è fondamentale per assicurare che i progressi compiuti siano misurabili e concreti.
A livello nazionale, ogni Paese ha sviluppato meccanismi per monitorare l’attuazione degli SDG. In Italia è l’Istat a pubblicare annualmente un rapporto sui progressi compiuti dal nostro Paese nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, contribuendo a tenere traccia dello stato di avanzamento (e dei ritardi) rispetto ai target stabiliti. Questo sistema permette una misurazione precisa, fornendo dati importanti che guidano le politiche pubbliche e le decisioni strategiche.
Parallelamente, il settore privato ha riconosciuto negli SDG non solo una responsabilità, ma anche un’opportunità. Le aziende globali sempre più spesso integrano gli SDG nelle loro strategie di business, spinte anche dalle richieste degli investitori, che pongono crescente enfasi su criteri ambientali, sociali e di governance (ESG). Un recente studio di PwC ha rivelato che il 72% delle aziende menziona gli SDG nei propri report di sostenibilità, sebbene solo il 27% abbia stabilito metriche specifiche per monitorarli efficacemente.
Una “roadmap” per la trasformazione aziendale e istituzionale
Gli SDG forniscono, infatti, una guida sia per i governi, sia per il settore privato. Per le aziende essi rappresentano un’opportunità concreta di innovazione, miglioramento della reputazione e apertura a nuovi mercati. Ogni azienda può scegliere di concentrarsi sugli SDG che più rispecchiano il proprio settore. Per esempio, nel settore delle energie rinnovabili l’attenzione è spesso focalizzata sull’SDG 7 (Energia pulita e accessibile) e l’SDG 13 (Azione per il clima). Le aziende tech, invece, guardano all’SDG 9 (Innovazione e infrastrutture) e all’SDG 4 (Educazione di qualità).
In un contesto istituzionale, l’adozione degli SDG è cruciale per la definizione delle politiche pubbliche. Lo stesso Green Deal dell’Unione Europea si presenta come un piano ambizioso che allinea gli SDG agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050, mentre il vertice COP28 del novembre 2023 ha riportato nuove risoluzioni legate all’SDG 13, ribadendo l’urgenza di accelerare l’azione climatica, finanziando progetti di decarbonizzazione nelle economie emergenti.
I risultati raggiunti dagli SDG: la nascita di una piattaforma comune, i vantaggi concreti per le aziende
In questo senso, è possibile affermare che uno dei maggiori successi fin qui raggiunti dagli SDG è stata la capacità di aver creato una piattaforma comune per affrontare le sfide globali. Gli obiettivi sono stati pensati per essere universali e includere tutte le nazioni, indipendentemente dal livello di sviluppo, consentendo una cooperazione internazionale su scala senza precedenti. Questo approccio ha stimolato politiche innovative e sostenibili, coinvolgendo settori diversi tra loro: dalle istituzioni pubbliche alle imprese, passando per il settore no-profit e la società civile.
Gli SDG hanno contribuito a far sì che lo sviluppo sostenibile diventasse una priorità, portando benefici concreti. Le aziende che hanno integrato gli SDG nelle loro strategie hanno dimostrato di avere una maggiore capacità di resilienza, attrattività verso gli investimenti e miglioramento delle performance sociali e ambientali. L’adozione di questi obiettivi da parte del settore privato ha anche accelerato il processo di innovazione sostenibile, creando nuovi prodotti, servizi e modelli di business per rispondere alle sfide globali, come l’energia pulita e le tecnologie a basso impatto ambientale.
Le criticità degli SDG: dalla disparità di risorse al problema della governance e dell’uniformità dei dati
Nonostante i molti progressi, il raggiungimento degli SDG non è esente da criticità. Una delle principali problematiche è legata alla disparità di risorse tra i Paesi: le economie avanzate hanno strumenti finanziari e tecnologici superiori per implementare progetti di sviluppo sostenibile, mentre i Paesi in via di sviluppo, spesso, mancano delle risorse necessarie per attuare le misure previste. Questo ha creato e crea tuttora una disuguaglianza strutturale che rischia di lasciare indietro alcune nazioni, contraddicendo lo spirito inclusivo degli SDG.
Un’altra criticità riguarda la stessa governance globale dei processi. Gli SDG, pur fornendo una direzione condivisa, non prevedono strumenti vincolanti per garantire l’attuazione degli obiettivi. Di conseguenza, l’efficacia degli SDG dipende dalla volontà politica dei governi e dall’impegno del settore privato. In alcuni casi, la mancanza di una legislazione chiara e di incentivi specifici ha rallentato i progressi, soprattutto in settori chiave come la lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione delle disuguaglianze sociali.
La stessa misurabilità degli SDG, sebbene sia uno dei punti di forza del sistema, può talvolta essere limitata dalle sue stesse caratteristiche “globali”. Alcuni Paesi faticano a raccogliere dati adeguati e accurati per monitorare i progressi, compromettendo così la capacità di valutare correttamente lo stato di avanzamento. Inoltre, gli indicatori globali potrebbero non sempre riflettere pienamente le specificità locali, portando a strategie meno efficaci o non adatte a determinate aree geografiche.
L’esigenza di maggiore risorse e di un adattamento degli obiettivi alle esigenze locali
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile restano una guida essenziale per affrontare le sfide globali del nostro tempo. Tuttavia, per massimizzarne l’efficacia, sarà cruciale un impegno collettivo più forte, capace di superare le barriere finanziarie e adattare gli obiettivi alle specifiche esigenze locali. Solo così potremo assicurare che l’Agenda 2030 mantenga la promessa di un futuro sostenibile per tutti.
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