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Contributi a fondo perduto settore moda: fare domanda #finsubito prestito immediato


Possono essere presentate fino al 31 gennaio 2025 le domande di contributo a fondo perduto per il settore moda, tessili e accessori. Regole e istruzioni

 

Al via i contributi a fondo perduto per le imprese del settore della moda, tessile e degli accessori.

 

Dall’11 dicembre e fino alla scadenza del 31 gennaio 2025 sarà possibile fare domanda per accedere alle agevolazioni riconosciute dal MIMIT per gli investimenti in transizione ecologica e digitale.

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In campo un totale di 15 milioni di euro e il valore massimo del contributo spettante è pari a 60.000 euro.

Contributi a fondo perduto settore moda, tessili e accessori: come fare domanda

 

A definire regole e condizioni per l’accesso alle risorse stanziate è il decreto MIMIT e MEF dell’8 agosto scorso, con il quale sono state attuate le misure introdotte dalla Legge Made in Italy n. 206/2023.

 

I destinatari delle agevolazioni sono le imprese dei seguenti settori:

  • tessile;
  • della moda;
  • degli accessori.

Le imprese possono ricevere fino a 60.000 euro a copertura delle spese per investimenti in tecnologie digitali e green, nel limite del 50% dei costi ammissibili.

Partendo dai requisiti richiesti, le imprese dovranno rispettare le seguenti condizioni:

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  • operare nel settore del tessile, della moda e degli accessori (rileva il codice di attività prevalente della classificazione delle attività economiche ATECO 2007 esercitato dal soggetto richiedente e comunicato con modello AA7/AA9 all’Agenzia delle Entrate o unitamente al modello Comunica in Camera di commercio);
  • essere qualificabili come PMI;
  • essere regolarmente costituite, iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente e risultare “attive” nel medesimo Registro;
  • essere in contabilità ordinaria e aver approvato almeno due bilanci di esercizio;
  • non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
  • aver restituito agevolazioni godute per le quali è stato disposto dal Ministero un ordine di recupero;
  • non incorrere nelle cause di esclusione stabilite dal decreto.

Concorrono al calcolo del contributo a fondo perduto le spese sostenute per l’acquisizione di prestazioni specialistiche relative a:

  • attività di formazione del personale dipendente dell’impresa;
  • implementazione di una o più tecnologie abilitanti finalizzate a favorire lo sviluppo dei processi aziendali o i prodotti innovativi: cloud computing, big data e analytics, intelligenza artificiale, blockchain, robotica avanzata e collaborativa, manifattura additiva e stampa 3D, Internet of Things, realtà aumentata, soluzioni di manifattura avanzata, piattaforme digitali per condivisione di competenze, sistemi di tracciabilità digitale della filiera produttiva;
  • ottenimento di certificazioni di sostenibilità ambientale;
  • servizi di analisi di Life Cycle Assessment (LCA).

Non rientrano i costi per servizi di consulenza specialistica relative alle ordinarie attività amministrative aziendali o commerciali, come ad esempio i servizi di consulenza in materia fiscale, contabile, legale, o di promozione commerciale o pubblicitaria.

Domanda sul sito Invitalia entro il 31 gennaio 2025

Le domande per i contributi devono essere presentate esclusivamente utilizzando l’apposita procedura informatica disponibile sul sito di Invitalia.

Ai fini dell’invio è necessario:

  • essere in possesso di un’identità digitale (SPID, CNS, CIE);
  • accedere all’area riservata per compilare online la domanda;
  • disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

La finestra per l’invio si è aperta alle ore 12.00 dell’11 dicembre e la scadenza ultima per inviare la richiesta di accesso ai contributi a fondo perduto è fissata alle ore 12 del 31 gennaio 2025.

Così come riportato sul portale Invitalia, alla domanda sarà necessario allegare i seguenti documenti:

  • DSAN Requisiti generali;
  • DSAN Titolare effettivo per antiriciclaggio;
  • DSAN Casellario carichi pendenti e procedure concorsuali liquidatorie;
  • DSAN Impresa unica;
  • DSAN DURC;
  • DSAN Dati di bilancio.

L’assegnazione dei contributi avverrà mediante la graduatoria che verrà stilata da Invitalia, tenuto conto di parametri quali:

  • grado di indipendenza finanziaria dell’impresa;
  • incidenza della gestione caratteristica sul fatturato.

Saranno considerati come condizioni premiali il possesso del rating di legalità e la certificazione della parità di genere.

Nelle fatture il CUP assegnato alla domanda

Appare necessario specificare le regole relative ai pagamenti delle spese ammesse. Nelle fatture sarà necessario indicare il CUP (codice unico di progetto) assegnato a seguito della presentazione della domanda.

Inoltre, nelle fatture sarà necessario riportare la seguente dicitura: “Agevolazioni di cui all’articolo 11 della legge n. 206 del 2023 – Progetto ID …………. CUP ……………”.

Per i titoli di spesa in formato elettronico, la dicitura di cui sopra dovrà essere apposta nell’oggetto o nel campo note. Se non è possibile inserire per esteso questa dicitura, è necessario comunque l’inserimento del CUP all’interno della fattura elettronica.



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